23 h ·
Penultimo domicilio conosciuto
Passi corti, stentati,
una vita alle spalle.
S'affloscia lo spirito stanco
dalle tremule gambe
su solitaria panchina.
Stecche consunte,
braccia nodose spalancate,
accolgono l'esile corpo
d'amorosi vissuti, segnato.
Nel simbiotico abbraccio
guarda
ma non vede,
ode
ma non sente.
Dimentico,
orme di ricordi
cuciti addosso, segue.
Laceri sbrendoli
tentativo di rattoppi,
ai passanti distratti,
invisibile.
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Commento di Epitteto:
I vecchi di Teresa sono una leggenda metropolitana.
Provare per credere, come lo scrivente, in un ospizio o più semplicemente nella vita quotidiana.
Sono insopportabili.
Sempre a lamentarsi specie del passato, ti guardano con occhio spento e sospetto, insinceri, furbastri, noiosi, responsabili dello sfacelo dell'oggi, egoisti, ecc.
Non sono paragonabili ai bambini, i cui capricci ed innocenza non sono inquinati dalla dura esperienza.
Quindi nessuna compassione generalizzata.
Il testo soffre di eccessiva benevolenza e manierismo, mentre la forma appare ben controllata.
Hal
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