giovedì 7 giugno 2018


Herry Frux Cataldi
4 giugno alle ore 10:21 ·

La Musica interiore

Mi sedetti in strada
guardando che non arrivasse nessuno,
e presi il mio violino;
o meglio,
ciò che ne rimaneva.
Incrociai le gambe
ed iniziai.
Le note salivano,
salivano alte,
delicate, soffuse,
nessuno c'era in strada
ad ascoltarle..
Poi una luce a una finestra,
si spense,
tutto svanì,
richiusi il mio Violino
e ripresi il mio cammino.
Herry Frux
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Commento di Epitteto:
Dopo millenni di letteratura dedicata, è ancora possibile al giorno d'oggi innovare in poesia?
Parrebbe tutto esplorato dalle correnti di pensiero che si sono succedute nei secoli fino a questa parte.
Nemo propheta in Patria, recita l'adagio.
Eppure v'è una poetessa contemporanea che mi ha sciolto ogni dubbio.
In tempi di manierismo smaccato, la nostra Herry Frux ha rotto con le convenzioni narrative ambientali.
E' sola, irripetibile lungo un filone innovativo semplice e folgorane.
Sarà che le disavventure esistenziali affinino la vena ispiratrice, comunque qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo.
Certo, bisogna entrare in sintonia emotiva, quale solo in pochi si riesce a raggiungere.
Fatto sta che la Herry m'ha da tempo conquistato.
Una tecnica, la sua, spiazzante, che fa tabula rasa d'ogni precedente.
Verrebbe naturale commentare nel merito la proposta in lettura, e invece una forza maggiore me lo impedisce, per non rovinare un linguaggio già di per sè altamente evocativo.
Non c'è nulla da aggiungere, non c'è nulla da togliere, ma tutto da assaporare.
Perchè l'Autrice parla per tutti noi, dando voce ad emozioni che non saremmo in grado di esprimere altrimenti.
La Herry è anche intelligente poeticamente, sapendosi spendere con parsimonia, gelosa dei suoi sentimenti.
Un abbraccio accademico, Epitteto.

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