venerdì 8 giugno 2018

Mimma Raspanti
6 giugno alle ore 18:41 ·

MAESTRO

Non ho mai avuto un maestro.
Ho disegnato, dipinto attimi di vita
senza conoscere metodi.
Avrei curato le ombre, le luci,
evidenziato ogni tratto saliente
se avessi avuto un maestro.
E avrei voluto un maestro
quando ho scritto poesie,
quando parole inadeguate
tracciavano strade da percorrere
arrotolando pensieri
come cartine e tabacco da fumare…
Avrei voluto un maestro
mentre m’improvvisavo sartina impaziente
tra vecchi abiti da riciclare
o tra i fornelli a pasticciare sapori diversi
come i desideri di un mendicante.
Oh Maestro, quanto bisogno di chiamarti!
E ho chiamato Maestro
il vecchio albero del giardino sottocasa
ed il fringuello sul davanzale,
lo stupore di un bambino che passava,
la montagna lontana dal grigioverde sbiadito,
la canicola in estate o l’acquazzone che rinfresca …
Ho chiamato maestro il tuo volto sul mare,
i tuoi segni nell’aria, i sussurri di una musa spaesata:
ti ho amato, ascoltato, maestro.
Passata è la vita, sommersa in un mondo
che improvvisa e travolge. Così,
ho chiamato maestro
tutto ciò che mi strappasse un sorriso.
Mimma Raspanti
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Commento di Epitteto:
Si direbbe che taluni abbisognino di un Maestro tutta la vita.
Una persona che si assuma la responsabilità d'ogni cosa ed indichi la via al discente.
Non per niente in tanti s'invocano dei Peter Pan, rifiutandosi di crescere.
In realtà, dice il saggio, ad un certo punto del percorso è necessario uccidere il Maestro, e camminare con le proprie gambe.
Questa sorta di inadeguatezza può colpire chiunque nel corso dell'esistenza, per potersi rifugiare nel caldo abbraccio della deresponsabilizzazione.
D'altra parte gli stessi sogni sono una camera di compensazione alle nostre inadeguatezze e frustrazioni, quasi un luogo ove rifugiarsi nei momenti di rifiuto interiore.
Stupise, ma non tanto, il soccorso richiesto sovente alla religione, con una fede irrazionale in un divino inesistente.
La nostra Autrice percorre tante tappe in questo percorso d'aiuto e alla fine pare rinchiudersi nella solitudine dell'abbandono.
Chè niente e nessuno può sostituirci lungo la via accidentata dell'esistenza.
Siamo soli, disperatamente soli, come soli si nasce e soli si muore.
Testo forse troppo insistito, Hal.

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