La grandezza
di Epitteto
Un grande poeta è uno scrittore che si può lodare senza averlo mai letto.
Di conseguenza una grande poesia è un qualcosa che tutti vorrebbero leggere ma che nessuno ha la forza di farlo.
Per cui è inutile scrivere le proprie stupidaggini per lucrare solo degli striminziti like di circostanza.
Hal
sabato 23 giugno 2018
giovedì 14 giugno 2018
Antonella La Frazia
4 agosto 2016
Lo sbarco
Il freddo sapore
d' inutilità
e sale di mare,
gela la pelle.
Scivola il cuore
al di là delle onde,
a trovar lembi di terra
e catene...
Ancora catene
per l' indomita fiera
che rigira la gabbia.
La belva ferita
col suo lento andare,
nel moto perpetuo
del suo dolore.
È inutile il giorno,
al pari la notte
nel torpore dell'odio.
Inalienabile diritto alla vita,
già straccio consunto.
Ancora nel mare i fiori recisi,
lasciati marcire,
a cullarsi e specchiarsi
nel luccichio delle onde.
Quei fiori recisi
ognuno ha il suo nome.
La Frazia Antonella La Frazia
**************************
Commento di Epitteto:
C'era da aspettarselo.
Ad ogni evento epocale, una ridda di partecipazioni più o meno commosse e solidali.
L'esecrazione sprecata a parole, assai meno nei fatti.
Di conseguenza anche i commenti perdono di mordente.
Il testo sconta la ripetitività dei tanti Autori sul medesimo evento.
Comunque fredda l'annotazione in denuncia, costruita a tavolino senza emozioni.
Hal
4 agosto 2016
Lo sbarco
Il freddo sapore
d' inutilità
e sale di mare,
gela la pelle.
Scivola il cuore
al di là delle onde,
a trovar lembi di terra
e catene...
Ancora catene
per l' indomita fiera
che rigira la gabbia.
La belva ferita
col suo lento andare,
nel moto perpetuo
del suo dolore.
È inutile il giorno,
al pari la notte
nel torpore dell'odio.
Inalienabile diritto alla vita,
già straccio consunto.
Ancora nel mare i fiori recisi,
lasciati marcire,
a cullarsi e specchiarsi
nel luccichio delle onde.
Quei fiori recisi
ognuno ha il suo nome.
La Frazia Antonella La Frazia
**************************
Commento di Epitteto:
C'era da aspettarselo.
Ad ogni evento epocale, una ridda di partecipazioni più o meno commosse e solidali.
L'esecrazione sprecata a parole, assai meno nei fatti.
Di conseguenza anche i commenti perdono di mordente.
Il testo sconta la ripetitività dei tanti Autori sul medesimo evento.
Comunque fredda l'annotazione in denuncia, costruita a tavolino senza emozioni.
Hal
Cinzia Pitingaro
12 giugno alle ore 17:46
I PORTI
I porti sono mete
di lunghi viaggi,
di voli di gabbiani.
Luoghi lontani
in cui approdare
stanchi e senza forze
E sono braccia
che accolgono,
separano, respingono
Fermano passi,
bloccano,
scoraggiano rincorse
Lì, tra le ombre,
qualche barbone
o lucciola vagante
Forti silenzi
s' impongono
sul ritmo delle onde
Cinzia Pitingaro
**********************************
Commento di Epitteto:
Dei < gabbiani > non se ne può proprio più.
D'altronde non si può mica sterminarli tutti.
Come non si possono sterminare le orde di fuggiaschi sulle nostre ed altrui spiagge.
Invasioni epocali ce ne sono sempre state da un continente all'altro.
Penso che ci giochi molto la pigmentazione della pelle che ci rende all'oggi vieppiù diversi.
Al peggio contribuiscono poi la religione e la cultura del tutto opposte.
Tuttavia se a sbarcare fossero dei ricchi, anche le differenze si stempererebbero all'istante.
Testo in lettura corsaro per suscitare commozione e solidarietà, quali abbondano se solo retoriche.
Altro discorso impegnarsi fattivamente.
La Chiesa cattolica e non docet, in primis.
Poesia invero valida nel suo freddo determinismo concreto.
Hal
12 giugno alle ore 17:46
I PORTI
I porti sono mete
di lunghi viaggi,
di voli di gabbiani.
Luoghi lontani
in cui approdare
stanchi e senza forze
E sono braccia
che accolgono,
separano, respingono
Fermano passi,
bloccano,
scoraggiano rincorse
Lì, tra le ombre,
qualche barbone
o lucciola vagante
Forti silenzi
s' impongono
sul ritmo delle onde
Cinzia Pitingaro
**********************************
Commento di Epitteto:
Dei < gabbiani > non se ne può proprio più.
D'altronde non si può mica sterminarli tutti.
Come non si possono sterminare le orde di fuggiaschi sulle nostre ed altrui spiagge.
Invasioni epocali ce ne sono sempre state da un continente all'altro.
Penso che ci giochi molto la pigmentazione della pelle che ci rende all'oggi vieppiù diversi.
Al peggio contribuiscono poi la religione e la cultura del tutto opposte.
Tuttavia se a sbarcare fossero dei ricchi, anche le differenze si stempererebbero all'istante.
Testo in lettura corsaro per suscitare commozione e solidarietà, quali abbondano se solo retoriche.
Altro discorso impegnarsi fattivamente.
La Chiesa cattolica e non docet, in primis.
Poesia invero valida nel suo freddo determinismo concreto.
Hal
mercoledì 13 giugno 2018
Al primo colpo
di Epitteto
Assediata dalle ristrettezze economiche e affascinata dal mio denaro e da una possibile vita agiata, la procace trentenne d'assalto si è lanciata in profferte d'amore.
Poi avuta contezza della mia veneranda età, in un sussulto di scrupoli si è ritirata prudentemente dal mercimonio.
Magari costui, avrà pensato, mi muore tra le braccia al primo colpo...
Hal
di Epitteto
Assediata dalle ristrettezze economiche e affascinata dal mio denaro e da una possibile vita agiata, la procace trentenne d'assalto si è lanciata in profferte d'amore.
Poi avuta contezza della mia veneranda età, in un sussulto di scrupoli si è ritirata prudentemente dal mercimonio.
Magari costui, avrà pensato, mi muore tra le braccia al primo colpo...
Hal
Soli e abbandonati
di Epitteto
" E' vero che talora non si è mai soli come quando si è in due, al punto tale che paradossalmente Cechov arrivava a consigliare < Se temete la solitudine non sposatevi > ".
Così Gianfranco Ravasi, cardinale e ministro della cultura vaticana.
Per i proverbi, meglio soli che male accompagnati, il peggio nella vita è finire con chi ti fa sentire veramente solo, ecc.
Su Facebook le cose non vanno meglio.
E' un continuo conoscersi e lasciarsi per incompatibilità di carattere e di vedute.
Una rete bucata che non riesce a trattenere gli associati che per poco tempo, poi ognuno a navigare in solitudine alla ricerca inutile e disperata di anime gemelle.
Hal
di Epitteto
" E' vero che talora non si è mai soli come quando si è in due, al punto tale che paradossalmente Cechov arrivava a consigliare < Se temete la solitudine non sposatevi > ".
Così Gianfranco Ravasi, cardinale e ministro della cultura vaticana.
Per i proverbi, meglio soli che male accompagnati, il peggio nella vita è finire con chi ti fa sentire veramente solo, ecc.
Su Facebook le cose non vanno meglio.
E' un continuo conoscersi e lasciarsi per incompatibilità di carattere e di vedute.
Una rete bucata che non riesce a trattenere gli associati che per poco tempo, poi ognuno a navigare in solitudine alla ricerca inutile e disperata di anime gemelle.
Hal
venerdì 8 giugno 2018
Josefa Vecchio
7 giugno 2017
MONDO TONDO...
In questo mondo tondo, mi ci perdo,
fatto di scritti, versi e di poeti,
c'è chi ci mette l'anima e l'amore,
chi l'allegria racconta e chi il dolore.
Un mondo dove voglio rimanere:
dove i gabbiani volano sul mare,
dove ci son le fate ed i folletti
ed i tramonti che fanno sognare.
Qui vive lo scienziato di parole,
che scava nel suo cuore per scoprire,
favole e versi che puoi raccontare,
scene di vita e storie da stupire.
E lì ci sono tutti amici cari,
perchè un poeta ha l'animo pulito,
che sento e che mi tocca nel profondo..
amo restare in questo mondo tondo.
Josefa Vecchio
*******************************
Commento di Epitteto:
Forse troppo scolastica.
Comunque il messaggio c'è, a tutto tondo.
Sono a questo mondo, ci sto volentieri malgrado i tanti no della vita.
Ma a ben guardare non siamo noi a decidere liberamente.
Ci pensa la natura con le sue imperscrutabili leggi psicofisiche.
In realtà stiamo in vita per un iinsopprimibile spirito di conservazione a difesa della specie.
Noi ed ogni altro essere vivente, vegetale compreso.
Siamo dei viglicchi che hanno paura di morire, non sapendo per niente di uno sperato Aldilà.
Il silenzio che i circonda, il narcisismo imperante, il benessere conquistato, ecc. depongono a favore della presenza fisica su questa terra, rendendoci menzogneri e paurosi.
Altrimenti sapremmo bene cosa fare, come ebbe a rispondere il Satiro sapiente al Mida ignorante.
Hal
7 giugno 2017
MONDO TONDO...
In questo mondo tondo, mi ci perdo,
fatto di scritti, versi e di poeti,
c'è chi ci mette l'anima e l'amore,
chi l'allegria racconta e chi il dolore.
Un mondo dove voglio rimanere:
dove i gabbiani volano sul mare,
dove ci son le fate ed i folletti
ed i tramonti che fanno sognare.
Qui vive lo scienziato di parole,
che scava nel suo cuore per scoprire,
favole e versi che puoi raccontare,
scene di vita e storie da stupire.
E lì ci sono tutti amici cari,
perchè un poeta ha l'animo pulito,
che sento e che mi tocca nel profondo..
amo restare in questo mondo tondo.
Josefa Vecchio
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Commento di Epitteto:
Forse troppo scolastica.
Comunque il messaggio c'è, a tutto tondo.
Sono a questo mondo, ci sto volentieri malgrado i tanti no della vita.
Ma a ben guardare non siamo noi a decidere liberamente.
Ci pensa la natura con le sue imperscrutabili leggi psicofisiche.
In realtà stiamo in vita per un iinsopprimibile spirito di conservazione a difesa della specie.
Noi ed ogni altro essere vivente, vegetale compreso.
Siamo dei viglicchi che hanno paura di morire, non sapendo per niente di uno sperato Aldilà.
Il silenzio che i circonda, il narcisismo imperante, il benessere conquistato, ecc. depongono a favore della presenza fisica su questa terra, rendendoci menzogneri e paurosi.
Altrimenti sapremmo bene cosa fare, come ebbe a rispondere il Satiro sapiente al Mida ignorante.
Hal
Mimma Raspanti
6 giugno alle ore 18:41 ·
MAESTRO
Non ho mai avuto un maestro.
Ho disegnato, dipinto attimi di vita
senza conoscere metodi.
Avrei curato le ombre, le luci,
evidenziato ogni tratto saliente
se avessi avuto un maestro.
E avrei voluto un maestro
quando ho scritto poesie,
quando parole inadeguate
tracciavano strade da percorrere
arrotolando pensieri
come cartine e tabacco da fumare…
Avrei voluto un maestro
mentre m’improvvisavo sartina impaziente
tra vecchi abiti da riciclare
o tra i fornelli a pasticciare sapori diversi
come i desideri di un mendicante.
Oh Maestro, quanto bisogno di chiamarti!
E ho chiamato Maestro
il vecchio albero del giardino sottocasa
ed il fringuello sul davanzale,
lo stupore di un bambino che passava,
la montagna lontana dal grigioverde sbiadito,
la canicola in estate o l’acquazzone che rinfresca …
Ho chiamato maestro il tuo volto sul mare,
i tuoi segni nell’aria, i sussurri di una musa spaesata:
ti ho amato, ascoltato, maestro.
Passata è la vita, sommersa in un mondo
che improvvisa e travolge. Così,
ho chiamato maestro
tutto ciò che mi strappasse un sorriso.
Mimma Raspanti
***********************
Commento di Epitteto:
Si direbbe che taluni abbisognino di un Maestro tutta la vita.
Una persona che si assuma la responsabilità d'ogni cosa ed indichi la via al discente.
Non per niente in tanti s'invocano dei Peter Pan, rifiutandosi di crescere.
In realtà, dice il saggio, ad un certo punto del percorso è necessario uccidere il Maestro, e camminare con le proprie gambe.
Questa sorta di inadeguatezza può colpire chiunque nel corso dell'esistenza, per potersi rifugiare nel caldo abbraccio della deresponsabilizzazione.
D'altra parte gli stessi sogni sono una camera di compensazione alle nostre inadeguatezze e frustrazioni, quasi un luogo ove rifugiarsi nei momenti di rifiuto interiore.
Stupise, ma non tanto, il soccorso richiesto sovente alla religione, con una fede irrazionale in un divino inesistente.
La nostra Autrice percorre tante tappe in questo percorso d'aiuto e alla fine pare rinchiudersi nella solitudine dell'abbandono.
Chè niente e nessuno può sostituirci lungo la via accidentata dell'esistenza.
Siamo soli, disperatamente soli, come soli si nasce e soli si muore.
Testo forse troppo insistito, Hal.
6 giugno alle ore 18:41 ·
MAESTRO
Non ho mai avuto un maestro.
Ho disegnato, dipinto attimi di vita
senza conoscere metodi.
Avrei curato le ombre, le luci,
evidenziato ogni tratto saliente
se avessi avuto un maestro.
E avrei voluto un maestro
quando ho scritto poesie,
quando parole inadeguate
tracciavano strade da percorrere
arrotolando pensieri
come cartine e tabacco da fumare…
Avrei voluto un maestro
mentre m’improvvisavo sartina impaziente
tra vecchi abiti da riciclare
o tra i fornelli a pasticciare sapori diversi
come i desideri di un mendicante.
Oh Maestro, quanto bisogno di chiamarti!
E ho chiamato Maestro
il vecchio albero del giardino sottocasa
ed il fringuello sul davanzale,
lo stupore di un bambino che passava,
la montagna lontana dal grigioverde sbiadito,
la canicola in estate o l’acquazzone che rinfresca …
Ho chiamato maestro il tuo volto sul mare,
i tuoi segni nell’aria, i sussurri di una musa spaesata:
ti ho amato, ascoltato, maestro.
Passata è la vita, sommersa in un mondo
che improvvisa e travolge. Così,
ho chiamato maestro
tutto ciò che mi strappasse un sorriso.
Mimma Raspanti
***********************
Commento di Epitteto:
Si direbbe che taluni abbisognino di un Maestro tutta la vita.
Una persona che si assuma la responsabilità d'ogni cosa ed indichi la via al discente.
Non per niente in tanti s'invocano dei Peter Pan, rifiutandosi di crescere.
In realtà, dice il saggio, ad un certo punto del percorso è necessario uccidere il Maestro, e camminare con le proprie gambe.
Questa sorta di inadeguatezza può colpire chiunque nel corso dell'esistenza, per potersi rifugiare nel caldo abbraccio della deresponsabilizzazione.
D'altra parte gli stessi sogni sono una camera di compensazione alle nostre inadeguatezze e frustrazioni, quasi un luogo ove rifugiarsi nei momenti di rifiuto interiore.
Stupise, ma non tanto, il soccorso richiesto sovente alla religione, con una fede irrazionale in un divino inesistente.
La nostra Autrice percorre tante tappe in questo percorso d'aiuto e alla fine pare rinchiudersi nella solitudine dell'abbandono.
Chè niente e nessuno può sostituirci lungo la via accidentata dell'esistenza.
Siamo soli, disperatamente soli, come soli si nasce e soli si muore.
Testo forse troppo insistito, Hal.
I quindici misteri
di Epitteto
Altrove ho scritto che da un'indagine sociologica inglese è emerso che i bambini tormentano i genitori ( per lo più la mamma ) con una miriade di domande curiose.
A me purtroppo, uscito da un'infanzia dolorosa ancorchè drammatica, tutti questi perchè sono rimasti nella strozza.
Solo la religione m'è venuta in soccorso fin da piccolo, con una quantità di risposte subdole, stravaganti e sceme.
Tanto da doverle respingere a calcioni in età adulta, non senza qualche strascico e sofferenza.
Ora da vecchio mi sento libero, pronto a transitare in altri lidi, con la coscienza sgombra e pulita.
Senza dovermi preoccupare tra l'altro dei quindici misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, senza contare gli altri cinque facoltativi aggiuntivi da Giovanni Paolo II.
Hal
di Epitteto
Altrove ho scritto che da un'indagine sociologica inglese è emerso che i bambini tormentano i genitori ( per lo più la mamma ) con una miriade di domande curiose.
A me purtroppo, uscito da un'infanzia dolorosa ancorchè drammatica, tutti questi perchè sono rimasti nella strozza.
Solo la religione m'è venuta in soccorso fin da piccolo, con una quantità di risposte subdole, stravaganti e sceme.
Tanto da doverle respingere a calcioni in età adulta, non senza qualche strascico e sofferenza.
Ora da vecchio mi sento libero, pronto a transitare in altri lidi, con la coscienza sgombra e pulita.
Senza dovermi preoccupare tra l'altro dei quindici misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, senza contare gli altri cinque facoltativi aggiuntivi da Giovanni Paolo II.
Hal
giovedì 7 giugno 2018
Herry Frux Cataldi
4 giugno alle ore 10:21 ·
La Musica interiore
Mi sedetti in strada
guardando che non arrivasse nessuno,
e presi il mio violino;
o meglio,
ciò che ne rimaneva.
Incrociai le gambe
ed iniziai.
Le note salivano,
salivano alte,
delicate, soffuse,
nessuno c'era in strada
ad ascoltarle..
Poi una luce a una finestra,
si spense,
tutto svanì,
richiusi il mio Violino
e ripresi il mio cammino.
Herry Frux
*************************************
Commento di Epitteto:
Dopo millenni di letteratura dedicata, è ancora possibile al giorno d'oggi innovare in poesia?
Parrebbe tutto esplorato dalle correnti di pensiero che si sono succedute nei secoli fino a questa parte.
Nemo propheta in Patria, recita l'adagio.
Eppure v'è una poetessa contemporanea che mi ha sciolto ogni dubbio.
In tempi di manierismo smaccato, la nostra Herry Frux ha rotto con le convenzioni narrative ambientali.
E' sola, irripetibile lungo un filone innovativo semplice e folgorane.
Sarà che le disavventure esistenziali affinino la vena ispiratrice, comunque qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo.
Certo, bisogna entrare in sintonia emotiva, quale solo in pochi si riesce a raggiungere.
Fatto sta che la Herry m'ha da tempo conquistato.
Una tecnica, la sua, spiazzante, che fa tabula rasa d'ogni precedente.
Verrebbe naturale commentare nel merito la proposta in lettura, e invece una forza maggiore me lo impedisce, per non rovinare un linguaggio già di per sè altamente evocativo.
Non c'è nulla da aggiungere, non c'è nulla da togliere, ma tutto da assaporare.
Perchè l'Autrice parla per tutti noi, dando voce ad emozioni che non saremmo in grado di esprimere altrimenti.
La Herry è anche intelligente poeticamente, sapendosi spendere con parsimonia, gelosa dei suoi sentimenti.
Un abbraccio accademico, Epitteto.
4 giugno alle ore 10:21 ·
La Musica interiore
Mi sedetti in strada
guardando che non arrivasse nessuno,
e presi il mio violino;
o meglio,
ciò che ne rimaneva.
Incrociai le gambe
ed iniziai.
Le note salivano,
salivano alte,
delicate, soffuse,
nessuno c'era in strada
ad ascoltarle..
Poi una luce a una finestra,
si spense,
tutto svanì,
richiusi il mio Violino
e ripresi il mio cammino.
Herry Frux
*************************************
Commento di Epitteto:
Dopo millenni di letteratura dedicata, è ancora possibile al giorno d'oggi innovare in poesia?
Parrebbe tutto esplorato dalle correnti di pensiero che si sono succedute nei secoli fino a questa parte.
Nemo propheta in Patria, recita l'adagio.
Eppure v'è una poetessa contemporanea che mi ha sciolto ogni dubbio.
In tempi di manierismo smaccato, la nostra Herry Frux ha rotto con le convenzioni narrative ambientali.
E' sola, irripetibile lungo un filone innovativo semplice e folgorane.
Sarà che le disavventure esistenziali affinino la vena ispiratrice, comunque qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo.
Certo, bisogna entrare in sintonia emotiva, quale solo in pochi si riesce a raggiungere.
Fatto sta che la Herry m'ha da tempo conquistato.
Una tecnica, la sua, spiazzante, che fa tabula rasa d'ogni precedente.
Verrebbe naturale commentare nel merito la proposta in lettura, e invece una forza maggiore me lo impedisce, per non rovinare un linguaggio già di per sè altamente evocativo.
Non c'è nulla da aggiungere, non c'è nulla da togliere, ma tutto da assaporare.
Perchè l'Autrice parla per tutti noi, dando voce ad emozioni che non saremmo in grado di esprimere altrimenti.
La Herry è anche intelligente poeticamente, sapendosi spendere con parsimonia, gelosa dei suoi sentimenti.
Un abbraccio accademico, Epitteto.
Teresa Frasca
5 giugno alle ore 17:21 ·
Preghiera lignea
Rami d'alberi, braccia ondeggianti
verso il Cielo,
ringranziano senza sosta
il Re del Creato:
per la fluente linfa vitale,
per essere incastonati
come preziosi smeraldi,
a rallegrare lo sguardo
sulla Terra tutta.
Sentinelle silenziose, supplici oranti
coi loro legnosi arti,
seppur in verticale posa
umilmente adorano
riconoscenti e grati,
il loro Creatore che,
in un sussulto
di più intenso Amore,
li pensò,
e a tal fine, li creò.
*****************************
Commento di Epitteto:
Intensamente splendida, per chi crede nel metafisico.
Per tanti altri invece non è che un inno alla natura, così come s'è strutturata nel corso di miliardi di anni.
Gli alberi ci assicurano l'ossigeno e già solo per questo ne siamo loro grati.
L'imponenza poi delle foreste ha ispirato anche l'architettura gotica svettante al cielo.
Al netto del religioso, la proposta si difende bene, anche se eccessivamente retorica e per certi versi ridondante.
Come d'altra parte si conviene ad un'anima sognante...
Hal
5 giugno alle ore 17:21 ·
Preghiera lignea
Rami d'alberi, braccia ondeggianti
verso il Cielo,
ringranziano senza sosta
il Re del Creato:
per la fluente linfa vitale,
per essere incastonati
come preziosi smeraldi,
a rallegrare lo sguardo
sulla Terra tutta.
Sentinelle silenziose, supplici oranti
coi loro legnosi arti,
seppur in verticale posa
umilmente adorano
riconoscenti e grati,
il loro Creatore che,
in un sussulto
di più intenso Amore,
li pensò,
e a tal fine, li creò.
*****************************
Commento di Epitteto:
Intensamente splendida, per chi crede nel metafisico.
Per tanti altri invece non è che un inno alla natura, così come s'è strutturata nel corso di miliardi di anni.
Gli alberi ci assicurano l'ossigeno e già solo per questo ne siamo loro grati.
L'imponenza poi delle foreste ha ispirato anche l'architettura gotica svettante al cielo.
Al netto del religioso, la proposta si difende bene, anche se eccessivamente retorica e per certi versi ridondante.
Come d'altra parte si conviene ad un'anima sognante...
Hal
Incubi scolastici
di Epitteto
Se un rubinetto versa in una vasca tot litri d'acqua in un'ora e il tubo di scarico ne elimina tot al secondo, quanto tempo impiega la vasca a svuotarsi?
Ditemi voi se può esistere una mente più criminale per angustiare così tanti ragazzini delle medie che si affacciano alla vita!
A 92 anni suonati, ogni tanto mi assalgono ancora di questi incubi notturni...
Hal
di Epitteto
Se un rubinetto versa in una vasca tot litri d'acqua in un'ora e il tubo di scarico ne elimina tot al secondo, quanto tempo impiega la vasca a svuotarsi?
Ditemi voi se può esistere una mente più criminale per angustiare così tanti ragazzini delle medie che si affacciano alla vita!
A 92 anni suonati, ogni tanto mi assalgono ancora di questi incubi notturni...
Hal
mercoledì 6 giugno 2018
Confronti
di Epitteto
Secondo una recente ricerca condotta nel Regno Unito, i bambini rivolgono in media 288 domande al giorno alla loro mamma, con una media di 23 richieste all'ora.
Viene interpellata per lo più la mamma, che non il papà.
I piccoli sono più interessati a sapere perchè il loro cervello è libero da pregiudizi, e quindi fiducioso nelle risposte.
Non così per i poeti adulti che postano le loro schifezze pensandole opere d'arte: per loro vale più che mai il proverbio < chi meno comprende, più tanto s'offende >!
Hal
di Epitteto
Secondo una recente ricerca condotta nel Regno Unito, i bambini rivolgono in media 288 domande al giorno alla loro mamma, con una media di 23 richieste all'ora.
Viene interpellata per lo più la mamma, che non il papà.
I piccoli sono più interessati a sapere perchè il loro cervello è libero da pregiudizi, e quindi fiducioso nelle risposte.
Non così per i poeti adulti che postano le loro schifezze pensandole opere d'arte: per loro vale più che mai il proverbio < chi meno comprende, più tanto s'offende >!
Hal
Confronti
di Epitteto
Secondo una recente ricerca condotta nel Regno Unito, i bambini rivolgono in media 288 domande al giorno alla loro mamma, con una media di 23 richieste all'ora.
Viene interpellata per lo più la mamma, che non il papà.
I piccoli sono più interessati a sapere perchè il loro cervello è libero da pregiudizi, e quindi fiducioso nelle risposte.
Non così per i poeti adulti che postano le loro schifezze pensandole opere d'arte: per loro vale più che mai il proverbio < chi meno comprende, più tanto s'offende >!
Hal
di Epitteto
Secondo una recente ricerca condotta nel Regno Unito, i bambini rivolgono in media 288 domande al giorno alla loro mamma, con una media di 23 richieste all'ora.
Viene interpellata per lo più la mamma, che non il papà.
I piccoli sono più interessati a sapere perchè il loro cervello è libero da pregiudizi, e quindi fiducioso nelle risposte.
Non così per i poeti adulti che postano le loro schifezze pensandole opere d'arte: per loro vale più che mai il proverbio < chi meno comprende, più tanto s'offende >!
Hal
martedì 5 giugno 2018
CUNCETTI’...ME FAJE MURI'!
-di Pietro ZURLO-
***
Cuncettì, nun ’e spannite
a ’o barcone ’e mutandine,
dint’a capa me mettite
’nu pensiero cu’ nna spina.
***
So’ geluso ’e chistu fatto,
tutte fanno apprezzamento;
e vulessero antrasatto
visità l’appartamento.
***
’O chiù fesso d’’o quartiere
guarda ’ncoppo a stu barcone;
e ne fa male penziere,
po’ vvenì ’na fissazione.
***
Già pe’ dint’o vicinato
’nu guaglione è asciuto pazzo;
quaccun’ato è annammurato
e quacc’ato è ’na munnezza.
***
Quanno lave ’o reggipetto,
mutandine cu’ ’e cazette,
puortatille ncopp’o titto,
stinnatille ad asciuttà.
***
Cuncettì, stamme a ssentì:
sto’ a ’o barcone dirimpetto,
nun me spanne nnanz’a ll’uocchie
mutandine e reggipetto.-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
E va bbuò, m'he accuntentato
pecché chiù nun l'he spannuto,
ma po' doppo aggio appurato
ca tu nun 'e ppuorte cchiù.
***
Mo t'assitte nnanze a mme
e nun faje na bella azione,
puorte 'ncuollo 'a minigonna...
Cuncettì! Me faje murì!!!
-di Pietro ZURLO-
***
Cuncettì, nun ’e spannite
a ’o barcone ’e mutandine,
dint’a capa me mettite
’nu pensiero cu’ nna spina.
***
So’ geluso ’e chistu fatto,
tutte fanno apprezzamento;
e vulessero antrasatto
visità l’appartamento.
***
’O chiù fesso d’’o quartiere
guarda ’ncoppo a stu barcone;
e ne fa male penziere,
po’ vvenì ’na fissazione.
***
Già pe’ dint’o vicinato
’nu guaglione è asciuto pazzo;
quaccun’ato è annammurato
e quacc’ato è ’na munnezza.
***
Quanno lave ’o reggipetto,
mutandine cu’ ’e cazette,
puortatille ncopp’o titto,
stinnatille ad asciuttà.
***
Cuncettì, stamme a ssentì:
sto’ a ’o barcone dirimpetto,
nun me spanne nnanz’a ll’uocchie
mutandine e reggipetto.-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
E va bbuò, m'he accuntentato
pecché chiù nun l'he spannuto,
ma po' doppo aggio appurato
ca tu nun 'e ppuorte cchiù.
***
Mo t'assitte nnanze a mme
e nun faje na bella azione,
puorte 'ncuollo 'a minigonna...
Cuncettì! Me faje murì!!!
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Commento di Epitteto:
La donna come oggetto del desiderio.
Uno schema di cui l'uomo non riesce a liberarsi, prigioniero com'è della sensualità riproduttiva.
Con le femmine che non si sottraggono, anzi incentivano il gioco malizioso d'amore.
Entrambi i generi prigionieri dell'attrazione dei corpi per ragioni di perpetuazione della specie.
Due metà che la natura arma di seduzione, sradicando la ragione.
Il tutto condito da un latente pernicioso senso di proprietà che rende possibile l'unità della carne.
Tutto questo per il passato, di cui il nostro Autore è testimone sopravvissuto.
Chè ormai i tempi dell'oggi hanno stravolto i millenari rapporti dei sessi, l'uno a combattere per approvvigionare la famiglia, l'altro dedito alla crescita della prole.
Oggi, con la pretesa giuridica della parità, le due parti sono entrate in conflitto, si odiano, si ammazzano a vicenda.
Don Pietro è fermo ancora a < Concettina >, la idealizza, la evidenzia.
Una sorta di donzella angelicata, che più non esiste.
E allora?
Abbandoniamoci almeno per un momento al romanticismo amoroso di un tempo, chè tanto oggi le mutandine le donne non le portano mica più...
Loro vestono i pantaloni, sono aggressive, mascolinizzate, e per contro gli uomini sempre più incapaci di comportarsi da maschi, svirilizzati.
Ognuno per conto proprio?
Ma sì, che tanto per fare sesso a volontà non esistono più remore.
Per poi sentirsi sempre più soli e abbandonati.
Le paole di don Zurlo, quando scrive in vernacolo, paiono danzare, se ne sente la musica, scorrono allegre al ritmo dei versi.
Sempre bravo, il nostro Amico virtuale.
Hal
Commento di Epitteto:
La donna come oggetto del desiderio.
Uno schema di cui l'uomo non riesce a liberarsi, prigioniero com'è della sensualità riproduttiva.
Con le femmine che non si sottraggono, anzi incentivano il gioco malizioso d'amore.
Entrambi i generi prigionieri dell'attrazione dei corpi per ragioni di perpetuazione della specie.
Due metà che la natura arma di seduzione, sradicando la ragione.
Il tutto condito da un latente pernicioso senso di proprietà che rende possibile l'unità della carne.
Tutto questo per il passato, di cui il nostro Autore è testimone sopravvissuto.
Chè ormai i tempi dell'oggi hanno stravolto i millenari rapporti dei sessi, l'uno a combattere per approvvigionare la famiglia, l'altro dedito alla crescita della prole.
Oggi, con la pretesa giuridica della parità, le due parti sono entrate in conflitto, si odiano, si ammazzano a vicenda.
Don Pietro è fermo ancora a < Concettina >, la idealizza, la evidenzia.
Una sorta di donzella angelicata, che più non esiste.
E allora?
Abbandoniamoci almeno per un momento al romanticismo amoroso di un tempo, chè tanto oggi le mutandine le donne non le portano mica più...
Loro vestono i pantaloni, sono aggressive, mascolinizzate, e per contro gli uomini sempre più incapaci di comportarsi da maschi, svirilizzati.
Ognuno per conto proprio?
Ma sì, che tanto per fare sesso a volontà non esistono più remore.
Per poi sentirsi sempre più soli e abbandonati.
Le paole di don Zurlo, quando scrive in vernacolo, paiono danzare, se ne sente la musica, scorrono allegre al ritmo dei versi.
Sempre bravo, il nostro Amico virtuale.
Hal
lunedì 4 giugno 2018
La cagnolina Gobi
di Epitteto
Nel 2016 il runner australiano Dion Leonard stava coprendo una lunga distanza nel deserto del Gobi.
Nel corso dell'estenuante maratona a piedi venne affiancato da una randagina, che lo seguì per tutta una tappa di 122 km., senza toccare cibo.
Leonard meravigliato e commosso decise allora di adottarla chiamandola Gobi.
Le pratiche burrocratiche per l'estradizione richiesero un tempo infinito, ben più di quello impiegato in tante imprese podistiche.
Nulla a che vedere con certi Amici virtuali, che dopo una lettura o due della mia pagina web corrono a cancellarsi inorriditi.
Hal
di Epitteto
Nel 2016 il runner australiano Dion Leonard stava coprendo una lunga distanza nel deserto del Gobi.
Nel corso dell'estenuante maratona a piedi venne affiancato da una randagina, che lo seguì per tutta una tappa di 122 km., senza toccare cibo.
Leonard meravigliato e commosso decise allora di adottarla chiamandola Gobi.
Le pratiche burrocratiche per l'estradizione richiesero un tempo infinito, ben più di quello impiegato in tante imprese podistiche.
Nulla a che vedere con certi Amici virtuali, che dopo una lettura o due della mia pagina web corrono a cancellarsi inorriditi.
Hal
Letizia Vaioli
5 h ·
E quindi niente, di dormire non se ne parla. Non posso neanche bere un superalcolico perché sono astemia.
5 h ·
E quindi niente, di dormire non se ne parla. Non posso neanche bere un superalcolico perché sono astemia.
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Commento di Epitteto:
Nel novembre del 2006, un uomo d'affari cinese ( Lu Chao ) riuscì a recitare i numeri decimali successivi al pi greco fino a 67.890 cifre, che non è possibile calcolare, perchè non si può ottenere il successivo con una regola, ma solo ricordandolo con la memoria.
Chao impiegò 24 ore e sei minuti per snocciolare quella interminabile lista.
Sono convinto che se tu ci avessi provato al posto delle pecorelle, alla nona cifra ( non più di un numero telefonico ) saresti caduta in sonno profondo...
Hal
Commento di Epitteto:
Nel novembre del 2006, un uomo d'affari cinese ( Lu Chao ) riuscì a recitare i numeri decimali successivi al pi greco fino a 67.890 cifre, che non è possibile calcolare, perchè non si può ottenere il successivo con una regola, ma solo ricordandolo con la memoria.
Chao impiegò 24 ore e sei minuti per snocciolare quella interminabile lista.
Sono convinto che se tu ci avessi provato al posto delle pecorelle, alla nona cifra ( non più di un numero telefonico ) saresti caduta in sonno profondo...
Hal
domenica 3 giugno 2018
Infantilismo
di Epitteto
Sempre più spesso si leggono poesie dal contenuto misterioso, specie amorose.
Non si sa di chi/cosa si stia parlando, di quali affettività, ecc., in forza dell'assunto che il lettore deve lavorar di fantasia, che l'ignoto intriga e quant'altro.
A mio parere sono tutte minchiate di giustificazioni: l'Autore non intende scoprirsi, vuol prendersi gioco del lettore, fa l'enigmatico per poter poi protestare per gli abbagli presi, se la gode un mondo a sorprendersi della cretineria degli ingenui malcapitati, esplode giulivo nel suo narcisismo schifiltoso.
In realtà costoro sono solo dei poveri ignoranti che nascondono la propria pochezza in ridicole esternazioni grafiche.
Hal
di Epitteto
Sempre più spesso si leggono poesie dal contenuto misterioso, specie amorose.
Non si sa di chi/cosa si stia parlando, di quali affettività, ecc., in forza dell'assunto che il lettore deve lavorar di fantasia, che l'ignoto intriga e quant'altro.
A mio parere sono tutte minchiate di giustificazioni: l'Autore non intende scoprirsi, vuol prendersi gioco del lettore, fa l'enigmatico per poter poi protestare per gli abbagli presi, se la gode un mondo a sorprendersi della cretineria degli ingenui malcapitati, esplode giulivo nel suo narcisismo schifiltoso.
In realtà costoro sono solo dei poveri ignoranti che nascondono la propria pochezza in ridicole esternazioni grafiche.
Hal
Teresa Frasca
23 h ·
Penultimo domicilio conosciuto
Passi corti, stentati,
una vita alle spalle.
S'affloscia lo spirito stanco
dalle tremule gambe
su solitaria panchina.
Stecche consunte,
braccia nodose spalancate,
accolgono l'esile corpo
d'amorosi vissuti, segnato.
Nel simbiotico abbraccio
guarda
ma non vede,
ode
ma non sente.
Dimentico,
orme di ricordi
cuciti addosso, segue.
Laceri sbrendoli
tentativo di rattoppi,
ai passanti distratti,
invisibile.
*************************
Commento di Epitteto:
I vecchi di Teresa sono una leggenda metropolitana.
Provare per credere, come lo scrivente, in un ospizio o più semplicemente nella vita quotidiana.
Sono insopportabili.
Sempre a lamentarsi specie del passato, ti guardano con occhio spento e sospetto, insinceri, furbastri, noiosi, responsabili dello sfacelo dell'oggi, egoisti, ecc.
Non sono paragonabili ai bambini, i cui capricci ed innocenza non sono inquinati dalla dura esperienza.
Quindi nessuna compassione generalizzata.
Il testo soffre di eccessiva benevolenza e manierismo, mentre la forma appare ben controllata.
Hal
23 h ·
Penultimo domicilio conosciuto
Passi corti, stentati,
una vita alle spalle.
S'affloscia lo spirito stanco
dalle tremule gambe
su solitaria panchina.
Stecche consunte,
braccia nodose spalancate,
accolgono l'esile corpo
d'amorosi vissuti, segnato.
Nel simbiotico abbraccio
guarda
ma non vede,
ode
ma non sente.
Dimentico,
orme di ricordi
cuciti addosso, segue.
Laceri sbrendoli
tentativo di rattoppi,
ai passanti distratti,
invisibile.
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Commento di Epitteto:
I vecchi di Teresa sono una leggenda metropolitana.
Provare per credere, come lo scrivente, in un ospizio o più semplicemente nella vita quotidiana.
Sono insopportabili.
Sempre a lamentarsi specie del passato, ti guardano con occhio spento e sospetto, insinceri, furbastri, noiosi, responsabili dello sfacelo dell'oggi, egoisti, ecc.
Non sono paragonabili ai bambini, i cui capricci ed innocenza non sono inquinati dalla dura esperienza.
Quindi nessuna compassione generalizzata.
Il testo soffre di eccessiva benevolenza e manierismo, mentre la forma appare ben controllata.
Hal
venerdì 1 giugno 2018
Giovanni Pontillo
Ecco la mia spiegazione spiegata in poche parole
Il presente è sempre conseguenza del passato
Noi siamo materiali e spirituali
e abbiamo le stesse caratteristiche del creatore cioè tutti siamo
Co-Creatori.
Nessuno può fare finta di niente, come se il passato non fosse mai esistito
Tutto resta registrato nell'universo
I nuovi nati nascono con le conseguenze del passato
Tutti siamo in un universo dove la somma di tutti fa uno, ma tutti apparteniamo alla formazione dell'universo e l'universo rispecchia quello che noi mettiamo dentro l'universo.
Ecco la mia spiegazione spiegata in poche parole
Il presente è sempre conseguenza del passato
Noi siamo materiali e spirituali
e abbiamo le stesse caratteristiche del creatore cioè tutti siamo
Co-Creatori.
Nessuno può fare finta di niente, come se il passato non fosse mai esistito
Tutto resta registrato nell'universo
I nuovi nati nascono con le conseguenze del passato
Tutti siamo in un universo dove la somma di tutti fa uno, ma tutti apparteniamo alla formazione dell'universo e l'universo rispecchia quello che noi mettiamo dentro l'universo.
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Epitteto Eubulide:
Caro amico, non sei il primo e resto sempre ammirato delle elucubrazioni protoesistenzialiste.
Gli scienziati sostengono che all'oggi conosciamo solo meno del 5% dell'Universo.
Mentre l'uomo comune è convinto di possedere tutto lo scibile passato, presente e futuro.
Donde derivi tale presunzione non è dato di sapere, a meno di illuminazione strettamente personale ed univoca.
D'altronde anche i teologi si affannano a sostenere la presenza divina senza averne prova concreta, ma solo con illazioni utili al proprio tornaconto.
Già gli antichi ebbero a scervellarsi in proposito con una miriade di ragionamenti fantasiosi.
Ai quali s'aggiungono quelli dell'oggi, al limite del fanatismo e della demenza.
La realtà si è che non sappiamo niente di niente e che solo una presunzione di eternità ci aiuta a sopportare il peso della sopravvivenza.
Siamo delle semplici aggregazioni molecolari casuali e tra cinque miliardi di anni tutto si azzererà con l'implosione solare.
Hal
Epitteto Eubulide:
Caro amico, non sei il primo e resto sempre ammirato delle elucubrazioni protoesistenzialiste.
Gli scienziati sostengono che all'oggi conosciamo solo meno del 5% dell'Universo.
Mentre l'uomo comune è convinto di possedere tutto lo scibile passato, presente e futuro.
Donde derivi tale presunzione non è dato di sapere, a meno di illuminazione strettamente personale ed univoca.
D'altronde anche i teologi si affannano a sostenere la presenza divina senza averne prova concreta, ma solo con illazioni utili al proprio tornaconto.
Già gli antichi ebbero a scervellarsi in proposito con una miriade di ragionamenti fantasiosi.
Ai quali s'aggiungono quelli dell'oggi, al limite del fanatismo e della demenza.
La realtà si è che non sappiamo niente di niente e che solo una presunzione di eternità ci aiuta a sopportare il peso della sopravvivenza.
Siamo delle semplici aggregazioni molecolari casuali e tra cinque miliardi di anni tutto si azzererà con l'implosione solare.
Hal
Il piccolo dio
di Epitteto
Che l'uomo sia quasi un piccolo dio lo afferma persino la Bibbia, quando il salmista esaltato proclama che < tu, o Signore, l'hai fatto poco meno di un dio > ( 8,6 ).
D'altronde all'io egocentrico e presuntuoso dell'individuo manca solo una consonante ed eccolo diventare < dio >.
L'arroganza umana dei poveracci si esprime massimamente negli scribacchini d'accatto che si autoincoronano < Poeti > solo perchè postano verticalmente le loro cazzate.
La tracotanza è tale che anche di fronte alla dimostrazione dei loro strafalcioni grammaticali e logici si intestardiscono a difendere i propri errori e spropositi marchiani.
Brutta razza, quella dei poetastri che prolificano a dismisura in forza di un egotismo fuori controllo.
Hal
di Epitteto
Che l'uomo sia quasi un piccolo dio lo afferma persino la Bibbia, quando il salmista esaltato proclama che < tu, o Signore, l'hai fatto poco meno di un dio > ( 8,6 ).
D'altronde all'io egocentrico e presuntuoso dell'individuo manca solo una consonante ed eccolo diventare < dio >.
L'arroganza umana dei poveracci si esprime massimamente negli scribacchini d'accatto che si autoincoronano < Poeti > solo perchè postano verticalmente le loro cazzate.
La tracotanza è tale che anche di fronte alla dimostrazione dei loro strafalcioni grammaticali e logici si intestardiscono a difendere i propri errori e spropositi marchiani.
Brutta razza, quella dei poetastri che prolificano a dismisura in forza di un egotismo fuori controllo.
Hal
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