domenica 5 febbraio 2017
acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani - 2017/05 -Siddharta
acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani - 2017/05 -Siddharta: A – Guardiamoci negli occhi. Internet è proprio quello che ci aspettavamo da sempre, un interlocutore paziente a tutte le nostre maga...
PCQ*** - L'inimicizia fraterna - I morti - Lazzorinite
A) –
L’inimicizia fraterna.
Dalle mie
parti il proverbio < amur de fradei, amur de cortei > ( amor di fratelli,
amor di coltelli ).
Secondo
l’oniromanzia di Artemidoro ( 150 d.C. ), il fenomeno avrebbe una spiegazione
del tutto materiale ed utilitaristica.
L’inimicizia
fraterna poggerebbe sull’egoismo di ciascun rampollo di appropriarsi del
patrimonio familiare riducendo la quota degli altri.
La
psicoanalisi di Freud, Musatti ed altri ricorre invece ad un simbolismo
psicologico più raffinato.
Le ragioni
per cui i fratelli si rifiuterebbero di spartire il patrimonio sarebbero dovute
all’ansia di affetto paterno e materno che l’uno e gli altri vorrebbero
possedere in esclusiva.
B) – I
morti.
Restando
alle spiegazioni oniriche, sognare morti resuscitati porta sciagura.
Perché
significherebbe il desiderio del defunto di riappropriarsi dei beni lasciati
agli eredi.
Più sottile
l’indagine psicologica, per la quale tali sogni giustificherebbero il personale
senso di colpa dei sopravvissuti per essersi appropriati delle cose del morto.
Ma ancor più
il fatto di continuare a possedere il bene supremo della vita sottratta per
sempre al trapassato.
C) –
Lazzaronite.
La nostra
gioventù frequenta di malavoglia licei ed università, considerati come
parcheggi, distratti dal benessere e dai divertimenti d’ogni sorta.
Una gioventù
per lo più fuori corso che si trascina stancamente tra le aule del sapere.
I loro
terribili concorrenti ad un posto di lavoro non sono gli stessi sfaticati
compagni di banco e di bagordi, ma gli studenti cinesi ed indiani.
I quali sono
sottoposti nei loro paesi a prove e selezioni durissime.
Studiano per
dodici/quattordici ore al giorno, devono superare esami propedeutici in
quantità, chi non ce la fa è bandito per sempre da scuole e università .
Questo
devono imparare i nostri ragazzi, anziché lamentarsi di una società che non
provvede al loro futuro.
PCQ*** Sciarada o oniromanzia - Il fulmine - Portafortuna
A) –
Sciarada e oniromanzia.
L’oniromante
Artemidoro narra che Alessandro il Macedone durante il lungo assedio della
città di Tiro avrebbe sognato che un satiro scherzasse sopra
il suo
scudo.
Tosto
l’indovino Aristandro interpretò il sogno e, scomponendola, interpretò la
parola σάτυρος (satyros = satiro) come σα Τύρος (sa Tyros = tua è
Tiro ).
Incitando
così Alessandro a continuare nell’assedio, che infatti si concluse con la
conquista della città!
B) – Il
fulmine.
Svetonio
riferisce di un fulmine caduto su una statua di Augusto abbattendo la lettera C
di Caesar.
Gli indovini
chiamati a interpretare il fatto spiegarono che l'imperatore sarebbe ancora
vissuto cento giorni (C è il numero romano di 100) e poi sarebbe diventato un
dio (in etrusco "aesar").
C) –
Portafortuna.
Ho già
riferito altrove come nella ritrattistica classica del Rinascimento gli infanti
della nobiltà e dei ricchi portassero cuciti alle ricche vesti diversi amuleti,
talismani e scritte contro la malasorte.
A scongiuro
dell’alta mortalità infantile.
Ai miei
tempi era in uso appuntare sulla maglietta a pelle dei bambini piccole
medagliette religiose a protezione della salute.
Nei cassetti
polverosi ne ho trovata una mia proprio stamane.
A giudicare
dall’età, con me ha proprio funzionato…
Comunque il
credereste?
Quella
medaglietta me la sono riappuntata sulla canottiera, per la vecchiaia.
Non ci
credo, ma non si sa mai!
SIDDHARTA
TEMPESTA
( di Manrico Bacigalupi )
Dapprima s'ode un sordo rimbombare
lontano, come dentro un antro scuro
che rotola dal monte verso il mare...
Cala veloce, il falco, e va al sicuro
( di Manrico Bacigalupi )
Dapprima s'ode un sordo rimbombare
lontano, come dentro un antro scuro
che rotola dal monte verso il mare...
Cala veloce, il falco, e va al sicuro
nel nido alto, tra la roccia nera.
In fondo, il mar s'abbatte sulla costa...
Il lampo squarcia l'ombra della sera...
rabbioso, il tuono, esplode senza sosta!
Dal cielo, Giove Pluvio si scatena !
Or grandi nubi danzano nel vento;
la pioggia cade !...Come in una piena
il rivo scende a valle, rotolante
nel letto suo che balza fino al mare.
...ma or svanisce il tuono borbottante:
un soffio ancor di vento...
S'acquieta, lenta, l'onda fra le cale...
e il falco stride...al riapparir di stelle !
*****************************
* Epitteto Eubulide:
Ero proprio allo stremo, boccheggiavo.
La poetica ipermodernista da sballo m'era arrivata pestilenziale alla gola: ancora un poco e sarei soffocato.
Per fortuna m'è stata lanciata in tempo questa bombola d'ossigeno, questa lirica intendo, che ha riacceso fiducia e speranza.
Non tutto è perduto, qualche sporadico Poeta con la < P > maiuscola s'è salvato.
Il nostro Manrico, con fare sornione, per nostra fortuna ci butta ogni tanto una ciambella di salvataggio...
Lui canta, son sicuro, la sua isola meravigliosa, perla in mezzo al mare.
Con ancora territorio, fauna e flora incontaminati.
Perchè solo così si può esaltare la natura pura e selvaggia quando il maltempo imperversa.
Leggete, leggete, cari Amici,: qui non abbisognano strumenti linguistici sofisticati per comprendere versi e strofe.
Qui si scrive come si parla, semplice e chiaro, come s'usa tra gente di mare.
Non voglio dilungarmi per non perdere l'incalzare delle immagini, dalla tempesta alla bonaccia.
Con la natura che al volger di poche ore torna quieta e serena.
Una di quelle stelle, caro Manrico, m'è rimasta conficcata negli occhi e nel cuore.
Bravissimo, Diofanto.
In fondo, il mar s'abbatte sulla costa...
Il lampo squarcia l'ombra della sera...
rabbioso, il tuono, esplode senza sosta!
Dal cielo, Giove Pluvio si scatena !
Or grandi nubi danzano nel vento;
la pioggia cade !...Come in una piena
il rivo scende a valle, rotolante
nel letto suo che balza fino al mare.
...ma or svanisce il tuono borbottante:
un soffio ancor di vento...
S'acquieta, lenta, l'onda fra le cale...
e il falco stride...al riapparir di stelle !
*****************************
* Epitteto Eubulide:
Ero proprio allo stremo, boccheggiavo.
La poetica ipermodernista da sballo m'era arrivata pestilenziale alla gola: ancora un poco e sarei soffocato.
Per fortuna m'è stata lanciata in tempo questa bombola d'ossigeno, questa lirica intendo, che ha riacceso fiducia e speranza.
Non tutto è perduto, qualche sporadico Poeta con la < P > maiuscola s'è salvato.
Il nostro Manrico, con fare sornione, per nostra fortuna ci butta ogni tanto una ciambella di salvataggio...
Lui canta, son sicuro, la sua isola meravigliosa, perla in mezzo al mare.
Con ancora territorio, fauna e flora incontaminati.
Perchè solo così si può esaltare la natura pura e selvaggia quando il maltempo imperversa.
Leggete, leggete, cari Amici,: qui non abbisognano strumenti linguistici sofisticati per comprendere versi e strofe.
Qui si scrive come si parla, semplice e chiaro, come s'usa tra gente di mare.
Non voglio dilungarmi per non perdere l'incalzare delle immagini, dalla tempesta alla bonaccia.
Con la natura che al volger di poche ore torna quieta e serena.
Una di quelle stelle, caro Manrico, m'è rimasta conficcata negli occhi e nel cuore.
Bravissimo, Diofanto.
sabato 4 febbraio 2017
PENSIERI CINICI QUOTIDIANI.
A – Guardiamoci negli occhi.
Internet è proprio quello che ci aspettavamo da sempre, un interlocutore paziente a tutte le nostre magagne. Svolge un’importante azione psicofisica benefica e calmierante, attutendo le nostre pene: un bello sfogo politico, socio-religioso, ecc. e per un po’ di tempo ci sentiamo interiormente appagati. Un nostro comune Amico parla addirittura di egoweb, laddove il nostro narcisismo trova finalmente esaltazione in rete. I social stanno sostituendo i confessionali, sempre più vuoti, aiutandoci a vivere in ascolto e in esternazione.
B – Panspermia.
Secondo taluni astrofisici la vita sulla Terra ha principiato dalla polvere cosmica caduta a seguito di meteoriti, comete, ecc.
La nostra coscienza non sarebbe altro che il < ricordo > delle molecole organiche degli spazi celesti da cui proveniamo.
Di qui l’irrefrenabile frenesia all’eternità di cui si sono appropriate le religioni nel tempo…
C – La rivolta delle masse. Di fronte all’enorme mole letteraria dell’oggi ( narrativa, poesia, ecc. ) veicolata via web ci si sente impotenti e sfiduciati. Come di fronte alle isole di rifiuti galleggianti nei mari alle varie latitudini. La diffusione dell’alfabetismo e della cultura spicciola ha creato enormi sacche di nullismo divulgativo soffocante, a mò della moneta cattiva che scaccia quella buona. Un usa e getta senza fine che occupa la nostra giornata, facendoci rammaricare del tempo perduto a scartare il 99% dell’offerta a valanga. La questione appare irreversibile: non resta che aspettare l’evolversi della faccenda, magari una rivolta delle masse inculturate contro se stesse, in una sorta di catarsi rigenerativa…
SIDDHARTA 26.1.2017
A – Guardiamoci negli occhi.
Internet è proprio quello che ci aspettavamo da sempre, un interlocutore paziente a tutte le nostre magagne. Svolge un’importante azione psicofisica benefica e calmierante, attutendo le nostre pene: un bello sfogo politico, socio-religioso, ecc. e per un po’ di tempo ci sentiamo interiormente appagati. Un nostro comune Amico parla addirittura di egoweb, laddove il nostro narcisismo trova finalmente esaltazione in rete. I social stanno sostituendo i confessionali, sempre più vuoti, aiutandoci a vivere in ascolto e in esternazione.
B – Panspermia.
Secondo taluni astrofisici la vita sulla Terra ha principiato dalla polvere cosmica caduta a seguito di meteoriti, comete, ecc.
La nostra coscienza non sarebbe altro che il < ricordo > delle molecole organiche degli spazi celesti da cui proveniamo.
Di qui l’irrefrenabile frenesia all’eternità di cui si sono appropriate le religioni nel tempo…
C – La rivolta delle masse. Di fronte all’enorme mole letteraria dell’oggi ( narrativa, poesia, ecc. ) veicolata via web ci si sente impotenti e sfiduciati. Come di fronte alle isole di rifiuti galleggianti nei mari alle varie latitudini. La diffusione dell’alfabetismo e della cultura spicciola ha creato enormi sacche di nullismo divulgativo soffocante, a mò della moneta cattiva che scaccia quella buona. Un usa e getta senza fine che occupa la nostra giornata, facendoci rammaricare del tempo perduto a scartare il 99% dell’offerta a valanga. La questione appare irreversibile: non resta che aspettare l’evolversi della faccenda, magari una rivolta delle masse inculturate contro se stesse, in una sorta di catarsi rigenerativa…
SIDDHARTA 26.1.2017
PCQ*** Sciarada o oniromanzia - Il fulmine - Portafortuna
A) –
Sciarada e oniromanzia.
L’oniromante
Artemidoro narra che Alessandro il Macedone durante il lungo assedio della
città di Tiro avrebbe sognato che un satiro scherzasse sopra
il suo
scudo.
Tosto
l’indovino Aristandro interpretò il sogno e, scomponendola, interpretò la
parola σάτυρος (satyros = satiro) come σα Τύρος (sa Tyros = tua è
Tiro ).
Incitando
così Alessandro a continuare nell’assedio, che infatti si concluse con la
conquista della città!
B) – Il
fulmine.
Svetonio
riferisce di un fulmine caduto su una statua di Augusto abbattendo la lettera C
di Caesar.
Gli indovini
chiamati a interpretare il fatto spiegarono che l'imperatore sarebbe ancora
vissuto cento giorni (C è il numero romano di 100) e poi sarebbe diventato un
dio (in etrusco "aesar").
C) –
Portafortuna.
Ho già
riferito altrove come nella ritrattistica classica del Rinascimento gli infanti
della nobiltà e dei ricchi portassero cuciti alle ricche vesti diversi amuleti,
talismani e scritte contro la malasorte.
A scongiuro
dell’alta mortalità infantile.
Ai miei
tempi era in uso appuntare sulla maglietta a pelle dei bambini piccole
medagliette religiose a protezione della salute.
Nei cassetti
polverosi ne ho trovata una mia proprio stamane.
A giudicare
dall’età, con me ha proprio funzionato…
Comunque il
credereste?
Quella
medaglietta me la sono riappuntata sulla canottiera, per la vecchiaia.
Non ci
credo, ma non si sa mai!
PCQ*** Sciarada o oniromanzia - Il fulmine - Portafortuna
A) –
Sciarada e oniromanzia.
L’oniromante
Artemidoro narra che Alessandro il Macedone durante il lungo assedio della
città di Tiro avrebbe sognato che un satiro scherzasse sopra
il suo
scudo.
Tosto
l’indovino Aristandro interpretò il sogno e, scomponendola, interpretò la
parola σάτυρος (satyros = satiro) come σα Τύρος (sa Tyros = tua è
Tiro ).
Incitando
così Alessandro a continuare nell’assedio, che infatti si concluse con la
conquista della città!
B) – Il
fulmine.
Svetonio
riferisce di un fulmine caduto su una statua di Augusto abbattendo la lettera C
di Caesar.
Gli indovini
chiamati a interpretare il fatto spiegarono che l'imperatore sarebbe ancora
vissuto cento giorni (C è il numero romano di 100) e poi sarebbe diventato un
dio (in etrusco "aesar").
C) –
Portafortuna.
Ho già
riferito altrove come nella ritrattistica classica del Rinascimento gli infanti
della nobiltà e dei ricchi portassero cuciti alle ricche vesti diversi amuleti,
talismani e scritte contro la malasorte.
A scongiuro
dell’alta mortalità infantile.
Ai miei
tempi era in uso appuntare sulla maglietta a pelle dei bambini piccole
medagliette religiose a protezione della salute.
Nei cassetti
polverosi ne ho trovata una mia proprio stamane.
A giudicare
dall’età, con me ha proprio funzionato…
Comunque il
credereste?
Quella
medaglietta me la sono riappuntata sulla canottiera, per la vecchiaia.
Non ci
credo, ma non si sa mai!
VISITA AI DEFUNTI
di Pietro Zurlo
Nel cimitero ogge tutto è triste...
chiove, e st’aria pare ‘mbarzamata;
chisà addò è ghiut’o viento a sse sfugà...
n’auciello nun se sente sischià!
di Pietro Zurlo
Nel cimitero ogge tutto è triste...
chiove, e st’aria pare ‘mbarzamata;
chisà addò è ghiut’o viento a sse sfugà...
n’auciello nun se sente sischià!
Proprio ‘a jurnata pe’ tte cuncentrà...
e allicurdà ‘e ppersone ca so’ muorte;
marite, figlie, genitore e spose
ca int’a stu campusanto s’arrepòsa.
E staje c’’o ’mbrello a penzà llà
e ppe ’ntramente comme ’na sfilata
te passene pe’ nnanze tutte quante...
Te guarde attuorno...che silenzio ‘e pace!
E pienze già: pe’ nn’atu ppoco ancora
e venarraje ccà dinto a rrepusà!
**********************************
* Imelda Sabellico:
Molto malinconica! E' la tristezza di chi sa che in questo mondo siamo tutti di passaggio, ma c'è anche la consapevolezza di riposare, quando sarà, accanto a chi ci ha amato e preceduto! Mi piace!
Per questo dico che la poesia è insita in noi. Si manifesta in particolari stati d'animo! Quando questo accade, l'aspetto formale della lingua aderisce perfettamente a ciò che vogliamo esprimere!
** Epitteto Eubulide:
Splendida poesia che sollecita profondità di pensiero e riflessioni meditative.
Fuori dal frastuono del mondo, il cimitero si presenta come un'oasi di pace dove tutto si riconduce in compiutezza.
Facendo bene all'animo che torna a sublimarsi in sentimenti di pace, serenità, fratellanza.
L'Autore confida sottovoce di provare momenti di vicinanza al mondo dei più.
Secondo gli aridi calcoli statistici l’espressione sarebbe corretta.
Da quando sono scesi dalle piante e fino ad oggi, gli umani trapassati a miglior vita assommerebbero a circa
108 miliardi, a fronte dei 7 miliardi ora viventi ( rapporto 15 a 1 ).
Parrebbe certo allora che il pareggio o il sorpasso sui morti non avverrà mai…
Sul punto formale, la concatenazione delle strofe s'appoggia al sonetto, la cui musicalità non disturba ma dona ritmo alla solennità del tema.
Come al solito un don Pietro superbo nella sua poetica.
Diofanto
e allicurdà ‘e ppersone ca so’ muorte;
marite, figlie, genitore e spose
ca int’a stu campusanto s’arrepòsa.
E staje c’’o ’mbrello a penzà llà
e ppe ’ntramente comme ’na sfilata
te passene pe’ nnanze tutte quante...
Te guarde attuorno...che silenzio ‘e pace!
E pienze già: pe’ nn’atu ppoco ancora
e venarraje ccà dinto a rrepusà!
**********************************
* Imelda Sabellico:
Molto malinconica! E' la tristezza di chi sa che in questo mondo siamo tutti di passaggio, ma c'è anche la consapevolezza di riposare, quando sarà, accanto a chi ci ha amato e preceduto! Mi piace!
Per questo dico che la poesia è insita in noi. Si manifesta in particolari stati d'animo! Quando questo accade, l'aspetto formale della lingua aderisce perfettamente a ciò che vogliamo esprimere!
** Epitteto Eubulide:
Splendida poesia che sollecita profondità di pensiero e riflessioni meditative.
Fuori dal frastuono del mondo, il cimitero si presenta come un'oasi di pace dove tutto si riconduce in compiutezza.
Facendo bene all'animo che torna a sublimarsi in sentimenti di pace, serenità, fratellanza.
L'Autore confida sottovoce di provare momenti di vicinanza al mondo dei più.
Secondo gli aridi calcoli statistici l’espressione sarebbe corretta.
Da quando sono scesi dalle piante e fino ad oggi, gli umani trapassati a miglior vita assommerebbero a circa
108 miliardi, a fronte dei 7 miliardi ora viventi ( rapporto 15 a 1 ).
Parrebbe certo allora che il pareggio o il sorpasso sui morti non avverrà mai…
Sul punto formale, la concatenazione delle strofe s'appoggia al sonetto, la cui musicalità non disturba ma dona ritmo alla solennità del tema.
Come al solito un don Pietro superbo nella sua poetica.
Diofanto
mercoledì 1 febbraio 2017
INDEGNITA' PATERNA
***di Epitteto***
Dov’eri, padre, quando lei picchiava
il pargolo indifeso, in angol stretto,
violenta di furor sino alla bava,
al pianto sorda ed al tremor del petto?
***di Epitteto***
Dov’eri, padre, quando lei picchiava
il pargolo indifeso, in angol stretto,
violenta di furor sino alla bava,
al pianto sorda ed al tremor del petto?
A sera mescolava la scodella
e pane e latte a lagrimose perle,
ma tu avevi gli occhi sol per quella
e forse ben sapevi delle sberle.
Non fosti padre, mai giocasti il ruolo:
perché allor facesti tanta scelta?
A generar soltanto pena e duolo?
Così ponesti man ad un tormento,
cui ricercossi invan cesura svelta,
che reca a fine vita ancor lamento.
e pane e latte a lagrimose perle,
ma tu avevi gli occhi sol per quella
e forse ben sapevi delle sberle.
Non fosti padre, mai giocasti il ruolo:
perché allor facesti tanta scelta?
A generar soltanto pena e duolo?
Così ponesti man ad un tormento,
cui ricercossi invan cesura svelta,
che reca a fine vita ancor lamento.
Iscriviti a:
Post (Atom)