martedì 31 maggio 2016

A chi crede un regalo voglio fare:
" OVUNQUE IL GUARDO IO GIRO "
di Pietro Trapassi, detto Metastasio
Ovunque il guardo io giro
immenso Dio ti vedo,
nell'opre Tue ti ammiro,
ti riconosco in me.
La terra, il mare, il cielo
parlan del Tuo Potere,
Tu sei presente in tutto
ma piu' lo sei in me.

lunedì 30 maggio 2016

IO
di Herry Frux
Penso, lavoro o dormo?
Sassi bianchi..
Stelle Rosse..
Cielo Nero, Vento; FOLLIA

Mare Blu, Azzurro..
Bambino...dorme tranquillo
Nonno cammina piano, lentamente..
Finestra aperta in STRADA, Profumo di SUGO..
Voci Urla Silenzio
VITA
****************************************
Commento di Epitteto:
Sensazioni, sensazioni, sensazioni.
Le stesse che provo quando dipingo all'aperto, vango, curo l'orto, cammino sugli erti sentieri montani.
Circondato e assediato dai pensieri, da voci, suoni, cinguettii canterini, profumi di ramerino al fuoco...
Gli uni sugli altri, in sequenze disordinate.
Un modo di fare poesia , questo, a singulto, telegrafico, senza estensione fraseologica.
Ma comunque un rincorrersi di immagini che raccontano ciascuna tutta una storia di vita.
Lo stile, sui generis, insegue maiuscole e minuscole in libertà, al pari della punteggiatura, quasi scambiabili per refusi al p.c.
Uno sperimentalismo d'assalto, non c'è che dire.
Può piacere, non piacere, chissà!
Intanto ci si costringe ad adeguarsi alla moda dei tempi.
Borbottosa/mente, Eubulide.

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/32 - Siddharta

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/32 - Siddharta: A – La pagnotta. La storia è punteggiata ad ogni latitudine di sant’uomini e sante donne immersi pressochè perennemente in visioni sop...

domenica 29 maggio 2016


Di Loretta Zoppi

Dedicata al maestro Epitteto Eubulide
con trasparente amicizia e profonda ammirazione.

E’ come veleggiare
un mare di pensieri
bere a una sorgente che
alimenta ancor la sete.
Cercare di capire
ciò che l'iride non vede
Sentirsi vagabondi
Per sempre, più di ieri .

E’ la tristezza acerba
che prende all’improvviso
Un gladiolo nell'erba,
un impeto di riso
E’ come andare in giro
a chieder novità,
di Poesia l'abbuffata...*
leggere a sazietà.

E’ tenderti la mano
perché so' che la vuoi,
balzare a piedi nudi,
zitta, tra i tuoi pensieri
donarti la mia veste
pei rigori d’inverno
trovare il paradiso
tra i gironi dell’inferno.

La voce che alfin dice
c’hai smesso di cercare
gioiendo del donare
ma sei tu a dare, dare!
E’ correggere l’errore
ché non voglio offenderti
è che più ti conosco...
più vorrei conoscerti.
***
Chiedo umilmente perdono per l'ardire , l'ho scritta pensandomi studentessa liceale di fronte a un insegnante di sconfinata cultura.
* ho corretto due versi dietro la giusta osservazione di Franco
ringrazio Pietro per l' assembramento in settenari .
Mi reputo fortunata ad avere tali maestri .
per la punizione ho già provveduto : sto dietro la lavagna a fare le
asticelle.

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Commenti:
*Giuseppe Caporuscio: e pure in ginocchio sui ceci?
**Pietro Zurlo Bravo Giuseppe.....sui ceci o sui...piselli!!!

***Epitteto:
Quasi una dichiarazione d'amore letteraria.
Con quello slancio poetico proprio della giovinezza dei banchi di scuola.
Non sono uso ricevere complimenti femminili, ancorchè di riconoscimento.
Sono solo un amanuense del 21° secolo con mentalità ottocentesca.
Che compie sforzi enormi per stare al passo con il modernismo sperimentale dell'oggi.
Per me un ottimo allenamento mentale per tener svegli neuroni e sinapsi del cervello...
Un abbraccio fraterno, Epitteto.

sabato 28 maggio 2016

Finis terrae di Alba Spina Vola, vela, gònfiati al vento, asseconda il suo vigore. Lui sa dove portarti, dimentica il timore. Lui sa dove vuoi andare, là troverai il passaggio, dove finisce il mare. Porta sull'infinito la tua finis terrae. *************** Epitteto: La vela metafora della vita. Il vento quella del destino. Come determinista, penso che tutto sia già stato scritto per ognuno e per ogni cosa. La nostra meta? L'infinito senza tempo, chissà. Oppure il nulla, come forse più probabile. Breve lirica sull'inconosciuto, dramma dell'umanità. Fra Salimbene

giovedì 26 maggio 2016

mercoledì 25 maggio 2016

TIMIDEZZA di Damiano Lentisco Dev'esserci un modo. Deve esserci! Non è possibile incontrarti, leggerti negli occhi la mia stessa solitudine la stessa voglia di stare insieme e non sapertelo dire. Se solo potessi strapparti un sorriso, un cenno di saluto, non di rito ma voluto basterebbe per ridurre in pezzi quel muro granitico che è la timidezza. Lendam ******************** Poesia che canta della timidezza, o meglio della riservatezza. Che funziona in egual misura verso gli uomini e verso le donne. Eppure io la considero non un difetto, ma una virtù. Perchè ci frena in tante occasioni, soprattutto perniciose. Aiutandoci a capire ed agire di conseguenza. Ho conosciuto tante persone disinibite fare e dire cose stupide, a rotta di collo. I contegnosi a ragion veduta ottengono invece rispetto ed attenzione. Un proverbio delle mie parti recita < la troppa confidenza fa perdere la reverenza >. E allora l'effetto solitudine? Meglio stare chiusi in se stessi che in una compagnia rumorosa perditempo. E poi, diciamocelo chiaro. In campo sentimentale o sociale a volte è meglio non conoscere appieno la persona che sovrastimiamo. Sovente è una delusione e potremmo pentircene. La poesia in lettura, come le tante di Damiano, si presenta di ottima fattura, calibrata, essenziale, chiara e diretta. Un piacere commentarla. Epitteto

domenica 22 maggio 2016

venerdì 20 maggio 2016

acasadiframe: Un ricordo di Marco Pannella - Serenella

acasadiframe: Un ricordo di Marco Pannella - Serenella: Marco Pannella era un generoso estroverso, amava essere riconosciuto, salutato, e si fermava volentieri a parlare con la gente per strada...

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/29 - Siddharta

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/29 - Siddharta: A – Curiosità. Se taluno cadesse in un tunnel scavato lungo il diametro della Terra fino agli antipodi, esso corpo perderebbe sempre p...

martedì 17 maggio 2016

sabato 14 maggio 2016

Epitteto Eubulide 7 minuti fa · Pietro Zurlo Armida Bottini Damiano Lentisco Eleonora Lentisco FrameBlog Franco Rita Iacomino Rubrus Red Teresa Frasca Josefa Vecchio Manrico Bacigalupi Luigi Musso Giacomo Colosio Serenella Tozzi Eugenio Gambardella Fernanda Battagliese Titti Ferrando Alba Spina Maria Milena Priviero Herry Frux Angelo Tortora LIRICA 2^ CLASSIFICATA NEL 1° CONCORSO ON LINE DIALETTALE DEL MESE DI MAGGIO 2016 ’E PPAPUSCE . . . .PUNTI 9,50+9,30+9,90+9,20=37,90 ***di Pietro ZURLO*** Muglierema, dint’e sserate ’e vierno, sap’èssa c’hadda fa’ pe’ passà ’o tiempo; tene ’o canisto ’e lana e tanta fierre e dint’a niente ’a vire sferruzzà.* ** So’ remasugli’e lana ch’essa tene, ca primma l’accummencia a gliummarà;* po’ ’e ’ncrocia, ’e mmesca, fa tanta culure e ppo decide chello c’ha dda fa’. ** Sta tutta concentrata, conta ’e punte, po’ nun se trova e torna a sgravuglià; ma doppo c’ha truvato ’o punto justo… Aggio fernuto dice, guarda ccà! E spisso è na scazzetta che m’ha fatto, nu cuppulicchio ’e lana quand’è nnotte; oppure doje chianelle, doje papusce* che m’aggia mètte ’e pière e mm’aggia stà. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ GLOSSARIO: -Papusce-chianelle= Pantofole al modo degli arabi, dal quale ha preso il nome, Babbucce. -Sferuzzà= Il lavorare coi ferri a maglia od altro fatto dalle nostre donne, o meglio dalle persone anziane. -Ghiummarà= Il raggomitolare la lana, -Muglierema= Mia moglie, -Sap’essa c’hadda fa’= Sa lei che deve fare, -Canìsto= Canestro pieno di gomitoli di lana, -Remasùglie ’e lana= Rimasugli, spezzoni di lana, -’E mmesca= Li mescola fra loro, -Conta ’e punte= Conta i punti per essere precisa, -Sgravuglià= Sgomitolare, -’O punto justo= Il punto giusto, -Scazzetta= Tipo di berretto papalino, -Nu cuppulicchio= Un berrettino di lana (scazzetta). COMMENTO di giuria: Poesia sobria, senza fronzoli, mirante al nocciolo. Un canto alla laboriosità delle donne di un tempo, quando per risparmiare spaccavano il soldino in quattro. Sono le ultime, nel panorama odierno. La tua signora sembra la copia della mia signora; sempre a sferruzzare lane riciclate. Ho maglioni invernali a non finire, che mi tengono più caldo al pensiero del suo lavoro. Sì, proprio una poesia ben centrata, che solo un occhio allenato e attento poteva cogliere. In alcuni punti i versi raggiungono la velocità propria delle mani che hanno trovato il giusto verso nella lavorazione della lana. L’ultima quartina è la fotografia del risultato finale: dobbiamo infilarci il tutto e restare. Punto e basta. Sotto l’occhio indagatore, critico e soddisfatto della nostra mogliera magliaia. PUNTI 9,50 EPITTETO: Beh, io credo che qui l'Autore si sia superato. Ha raccolto persino l'applauso convinto di mia moglie, teutonica non facile agli entusiasmi, commossa visibilmente da tanto realismo poetico. Sì è così, in tutte le famiglie dove una madre d'età, una nonna, una donna di casa impieghi il suo poco tempo libero in lavori a maglia, all'uncinetto et similia. Un'istantanea quasi fotografica da premiare non solo in un concorso letterario, ma anche come forma artistica. Non sono solito spendermi entusiaticamente, ma quando ci vuole ci vuole. L'abilità versificatoria quivi è esemplare: non un solo costrutto artificioso, non una parola sovraesposta, non un affanno di contenuto, ma il tutto equilibrato e propedeutico al ritmo cadenzato dei versi. Anche l'editing del tutto nuovo, a dimostrazione che anche i < vecchi > Poeti non sono tutti dei parrucconi... Commento eccessivo? Macchè, mi dispiace soltanto di non esser stato maggiormente elogiativo. Fra Salimbene

venerdì 13 maggio 2016

Tecnologia All’inseguimento delle lenti intelligenti Dopo Samsung e Google, anche Sony ha depositato un brevetto per una lente a contatto capace di catturare foto e video con un battito di ciglia 08/05/2016 diFrancesca Cerati L’idea di una lente a contatto intelligente sembra essere un traguardo ambito, anche se decisamente ambizioso. Dopo Samsung, ora anche Sony ha depositato un brevetto su questo device che non solo registra video e scatta foto con un semplice battito di ciglia, ma riesce anche a memorizzarli, grazie a una memoria presente all’interno della lente. Che sarebbe dotata anche di autofocus, di uno stabilizzatore ottico e di un sensore per l’inclinazione. E poi, in modalità wireless, si connetterà con smartphone, tablet e computer, per inviare velocemente i file in memoria. Se per scattare foto basta ammiccare, per attivare le lenti basterà chiudere gli occhi e premere il dito sulla palpebra. La descrizione del prodotto è effettivamente incredibile, ma nella pratica non è ancora chiaro se Sony sarà davvero in grado di realizzarlo, visto che nel brevetto non si fa cenno ai tempi di realizzazione. Resta comunque il fatto che anche un altro grande player della tecnologia come Sony, dopo Google e Samsung, si lanci in questo mercato. Il che suona piuttosto esaltante da un punto di vista tecnologico, ma allo stesso tempo anche inquietante sotto il profilo della privacy (si veda articolo sulla Privacy e regole Ue). L’idea di catturare immagini senza un dispositivo visibile pone infatti domande sulla violazione della libertà altrui, come già era successo con i Google Glass. Senza contare le possibili complicazioni che potrebbero insorgere al possessore delle lenti, che si trova ad avere a contatto con gli occhi un corpo estraneo per di più connesso.

lunedì 9 maggio 2016

DISCUSSIONE LIBERA SULLA POESIA ... FRA AMICI!!! Pietro Zurlo21 gennaio 2015 11:14 Quando sento recitare una poesia da una persona, la giudico col metro dell'amicizia e della simpatia;nonché nel modo in cui la recita. Se la persona che recita mi è antipatica, la sua poesia lo sarà altrettanto; se invece è simpatica, la sua poesia sarà altrettanto simpatica. Voi mi direte: che non è questo il modo di valutare una lirica, ebbene, questo lo lascio fare a chi è in grado disinteressatamente di farlo. Sbaglio, lo so...ma non ci posso fare niente! EPITTETO!!! Tu che sei uno strizzacervelli, sono da internare??? Anonimo21 gennaio 2015 16:07 Don Pietro carissimo, se per questo il primo da internare sarei io... Certo la simpatia e l'antipatia ci giocano molto. Ma con l'età perdono d'importanza. Perchè scompaiono le persone e restano i versi. Naturalmente questo vale se non ci si vede e ci si legge soltanto. Sentir recitare una poesia dalla viva vode dell'Autore: ci giocano molti fattori, l'impostazione, la gigioneria, ecc. Comunque se è una bella donna, anche se antipatica, me la scoperei... Siddharta Pietro Zurlo21 gennaio 2015 17:28 Ecco, caro Sid...proprio questo è il punto! Se una persona ti va a genio fino al punto che tu dici "apertamente", piacerà anche la sua poesia, poiché chi l'ascolta ne è succube. Anonimo22 gennaio 2015 05:31 Mah, si fa della metapoesia forse quando non si ha più niente da dire e si raschia il fondo della botte saccheggiata... A questo punto direi che sarebbe meglio zittire. Come è capitato a me, dopo migliaia di componimenti in cui m'è parso di aver detto tutto il dicibile. Siddharta Pietro Zurlo22 gennaio 2015 09:11 Caro Epi...ti devo contraddire.....tu invero, poeticamente avresti tanto ancora da dire. Non dimenticare che si scrivono anche liriche su cose e fatti che succedono attualmente da tramandare ai posteri. E poi, c'è la satira politica, il sarcasmo, i personaggi e tutto il modernismo. Perciò, non è il caso di posare la penna...che dev'essere sempre a portata di mano, per qualche frase, qualche spunto ed ogni evenienza...ciao - Pietro Franco L. Melzi22 gennaio 2015 09:17 Caro Pietro Io del parere delle persone colte e degli intellettuali in genere non mi fido, anzi, me ne frego. Se vuoi sapere qualcosa sui tuoi versi non domandare mai il parere ai poeti e agli intellettuali in genere. Del loro giudizio non ti fidare, perché la tua poesia sarà sempre troppo vecchia, oppure troppo nuova e quasi sempre troppo uguale. Non è che siano matti o in malafede, semplicemente sono convinti che il meglio sia già stato scritto e il tuo gran da fare, uno sforzo inutile. Se poi sono magnanimi e ti dicono bravo, rassegnati e solo una pacca sulla spalla. Se vuoi un parere sincero lo devi ricercare altrove e fuori dalla cerchia delle amicizie e dalle frequentazioni letterarie. Fai leggere la tua poesia al barbiere, oppure all’omino dell’acqua minerale, poi guardali attentamente negli occhi e capirai molte più cose senza tante parole. Anonimo22 gennaio 2015 10:19 << Fai leggere la tua poesia al barbiere, oppure all’omino dell’acqua minerale, poi guardali attentamente negli occhi e capirai molte più cose senza tante parole >>,dice Franco. Semplicemente che ti prenderebbero per matto non avendo tempo da perdere, loro... Dico io. La provocazione di Franco poggia sull'egoico abnorme dei Poeti e letterati in genere. Tutti convinti ad ogni < schittatina > di aver scritto l'opera del secolo, per cui se non applauditi ad ogni ora del giorno entrano in grave crisi d'astinenza! Siddharta Franco L. Melzi22 gennaio 2015 11:03 Se proprio vuoi un parere! Avrei dovuto aggiungere alla frase, altrimenti puoi farne benissimo a meno. Tu ti riferisci a coloro che hanno le credenziali per essere considerati poeti, oppure se le attribuiscono di propria sponte, in altre parole se la credono. I frequentatori occasionali come me, invece, non hanno di queste pulsioni e non si prendono troppo sul serio. Pertanto non entrano in crisi per così poco. Noi ignoranti lo sappiamo che quello sul web è tutto un gioco. Sono altri che ci stanno a fare una malattia. Per conto mio, non partorisco che un paio di metapoesie all'anno, e lo faccio giusto per spirito di partecipazione. Perchè non mi sembra bello commentare, criticare, e pontificare senza mettersi in gioco. Con la scusa di non aver niente da dimostrare. Ha ragione Pietro, devi avere il coraggio di pubblicare le tue poesie. Vuoi vedere che sei tu il primo a non sopportare le critiche? Ma non mi dire. Sai, io ho molta stima di te, ma alla fine il dubbio viene. Pietro Zurlo22 gennaio 2015 12:24 Caro Franco, io so per certo che SID oppure EPI o dir si voglia ne ha da vendere...Tutte le volte che l'ho provocato abbiamo fatto dei duetti spontanei da incorniciare, non pensati, ma scritti di getto, ed io penso che se uno NON ha la stoffa del poeta questo non lo si può fare. Anonimo22 gennaio 2015 14:35 Postare poesie non è un obbligo. Per quanto mi riguarda, non lo faccio più perchè tanto è tempo perso. I miei versi sono irrimediabilmente ottocenteschi e questo non è più di moda. E poi scatenerei una canèa di insulti a vendetta del mio libero pensiero. E questa soddisfazione non voglio darla. E non ho nemmeno bisogno di conferme su quanto valgo o meno. Alla mia età non ne ho più bisogno. Vero è che esprimersi liberamente o suscita consensi o contestazioni o equivoci di lettura. E francamente ne ho piene le tasche a dovermi giustificare ogni volta. Vengo dall'aver filosoficamente ammaestrato una giovanissima rampolla: mi si è rivoltata contro tutta la famiglia e buona parte del codazzo di loro amici. Sulla soddisfazione a scrivere: nemmeno un poco, solo trasmissione di pensiero per chi ha voglia di leggere, altrimenti ciccia. SIDDHARTA Franco L. Melzi22 gennaio 2015 16:56 Caro Sid, Beh sì, effettivamente, c’è qualcuno in giro che non vede l’ora di fartela pagare. L’elenco delle persone che su queste pagine ha protestato per i tuoi modi troppo schietti, in questi due o tre anni di collaborazione, è abbastanza lungo. Per la verità sono in molti che ti stimano, forse molti di più di quanto tu possa immaginare. E poi hai ragione, pubblicare non è indispensabile per partecipare, anzi, alla fine la cosa è talmente rara che diventa un valore aggiunto. Quando parlavo di pubblicare però non mi riferivo al blog, bensì pensavo al CdP. Se volevo un mammalucco al mio fianco che dicesse sempre di sì e seminasse commenti positivi come margherite, non avevo che l’imbarazzo della scelta. Non ti pare? E adesso tirem innanz, come sempre:-) Pietro Zurlo22 gennaio 2015 18:20 Io potrei pubblicare dei versi di Epitteto inediti...scritti da due, tre e quattro elementi pensanti...ma sono "giochi messi in rima"...nient'altro! Anonimo22 gennaio 2015 18:23 Beh, sì pensavo anch'io al Cub dei Poeti. Ove comunque vi sono alcuni veramente bravi, anche se lontani dal mio intendere la poesia. Comunque io non ho mai dileggiato le persone, ma criticato solo i testi, ai sensi di regolamento. Siddharta.

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/26 - Siddharta

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/26 - Siddharta: A - Il buon aceto. Ai tempi ho conosciuto Giorgio Gaber ad un concerto. Era a fine carriera, il fiato corto, ansimante, sudato, non ...

domenica 8 maggio 2016

A mia madre di Alba Spina Salpo l'ancora, viaggerò di notte perchè il sole ci trovi ancora insieme. Non perderò la rotta, nè temerò il maroso, ma tu aspettami, non lasciare spenta la luce sulla riva. ********************* Epitteto Eubulide: L'esperienza premorte insegna che quando sarà il momento la madre ti aspetterà, ti prenderà per mano e ti accompagnerà nel tunnel di luce. In un amore assoluto. Epperò penso che finchè restiamo in vita dobbiamo lasciare in pace i morti e non addolorarli coi nostri richiami affettivi. Ma la festa della mamma ha le sue esigenze di rito, anche commerciali. Quivi le caratteristiche di ottima fattura ci sono tutte: brevità, concisione, originalità, musicalità e semplicità dei versi. Da manuale poetico. Diofanto

lunedì 2 maggio 2016

Condivisione pubblica - 15:28 Pensieri Cinici Quotidiani 2016/25 - Siddharta A – Noi e gli altri. Chi vuol essere Poeta dev’essere persona sola nei suoi pensieri, libero da condizionamenti socio-politico-etico-religiosi, povero d’alterigia, spietato con se stesso, generoso letterariamente con gli altri. Praticamente nessuno di noi… Secondo le ultime conoscenze scientifiche, la solidarietà e la collaborazione tra esseri viventi sembra maggiore nelle comunità delle formiche, che non in quella umana. Anche nel mondo dei Poeti assistiamo a troppe gelosie, invidie, narcisismo. Sporcando la bellezza della nostra Musa, ridotta così in lacrime. La Poesia pura è invece amore, altruismo, generosità. Se un Autore eccelle, dobbiamo esserne fieri e cantarne le lodi. B – Vernacolo. Scrivere in vernacolo non è solo riproduzione verace di come parla la gente locale, ma è anche un modo di difendere la propria realtà e identità contro l’astrattezza del potere centrale. Rappresenta la saggezza di un popolo, i bisogni, le aspettative delle persone non riducibili ulteriormente. Ma attenzione, può anche diventare un modo per ghettizzarsi, chiudendosi a più ampie forme di linguaggio. C – Montaigne. Viaggiare per il mondo dona l’utilità di guarire dai nostri pregiudizi nazionali, < strofinando e limando il proprio cervello contro quello degli altri popoli contattati > ( Montaigne, 1533-1592 ). SIDDHARTA 1.5.2016 4 commenti: Franco L. Melzi2 maggio 2016 10:16 A) Ma quando mai? Non mi risulta che i grandi poeti fossero tutti galantuomini, anzi... E soprattutto chi lo decide quando un poeta è bravo? Boh... Rispondi Rubrus2 maggio 2016 12:13 A) le formiche? gli insetti sociali non sono paragonabili agli umani e, in genere, ai vertebrati. In effetti c'è chi reputa che uno "sciame" (di formiche, api ecc) possa essere considerato un individuo unico - i singoli individui non sono in grado di riprodursi e, se consideriamo la vita come la propagazione dei geni allora solo la regina potrebbe essere considerata un individuo vivente... però da sola perirebbe senza arrivare alla maturità sessuale. E non entro nel campo dei recenti studi sulla genetica degli insetti sociali. Insomma, una singola formica somiglia per certi versi più a una cellula, o un organo, che a un soggetto. Fare questi paragoni è come tornare ai tempi di Menenio Agrippa che faceva finta che lo stomaco e le braccia fossero delle persone... però lui sapeva almeno che era un artificio retorico e non ammantava il tutto di oscura plausibilità scientifica per darsi un tono. Se la scienza portasse a questo, sarebbe meglio lasciarla perdere. Rispondi Rubrus2 maggio 2016 12:37 B) direi di sì C) idem Anonimo2 maggio 2016 15:09 Caro Roberto, come altrove da me concionato io sono uno scrivano < orizzontale >, limitandomi a riprendere quanto da altri capoccioni esposto. Epperò mi sento assai lusingato quando riesco a scuotere l'attenzione del lettore dal finto sonno in cui naviga. Come in questo caso... Sid ( Errata corrige: in A al terzo capoverso leggasi < sembrano maggiori > ).

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/25 - Siddharta

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/25 - Siddharta: A – Noi e gli altri. Chi vuol essere Poeta dev’essere persona sola nei suoi pensieri, libero da condizionamenti socio-politico-etico-r...

domenica 1 maggio 2016

Pensieri Cinici Quotidiani 2016/23 - Siddharta a A – Cosa ci aspetta. A voler dar credito alle esperienze di chi è tornato da stati di premorte, una volta che il corpo abbia esalato l’ultimo respiro definitivo, pare che si entri in un tunnel di luce intensa non naturale piena di amore infinito, accompagnati per mano da un defunto meritevole conosciuto in vita o per i più sfortunati da un essere celeste. Non prima però di aver svolazzato alquanto sul proprio corpo esanime, girellato qua e là sulla terra, sentito ogni cosa senza riuscire a farsi sentire, aver compreso ogni cosa universo compreso, il ripasso della propria vita in un amen, ecc., movendosi senza più limiti spazio-temporali. I suicidi no, per loro niente benefici! Nulla si sa invece dei delinquenti passati a miglior vita… E non venitemi a dire poi, quando sarà il vostro turno, che non ne sapevate niente! B – Secondo gli Imam. Secondo gli Imam, sarebbe un errore gravissimo contenere o abbattere le moschee in occidente. Perché esse sono luoghi di preghiera e di educazione civica dei musulmani. Oltre che di controllo di eventuali devianze terroristiche sul territorio. Viceversa l’uso per i rituali più o meno nascosto di palestre, scantinati, edifici abbandonati, aree dismesse, ecc. favorirebbe il contatto clandestino e la possibile associazione a delinquere contro l’ortodossia della predicazione coranica. Come si vede, tutte le religioni in quanto caste tendono a difendere le proprie prerogative, d’intesa col potere politico del momento. La confessione cristiana, segnatamente cattolica, è sempre stata un potente mezzo di controllo sociale: col paravento della segretezza sacramentale, alla sua ombra si sono consumate le più odiose denunce al braccio secolare. C – La machine translation. Negli anni cinquanta del secolo scorso, grande fu l’entusiasmo per i traduttori linguistici automatici, attraendo forti fondi per la ricerca. Nel 1954 un algoritmo dedicato riuscì a tradurre in inglese più di 60 frasi in russo. Fu salutato come un grande successo. Ma già nel 1956 si constatò la lentezza dei progressi. Finchè nel 1966 si prese atto che 10 anni di ricerca nella linguistica computazionale avevano fallito. Sull’intelligenza artificiale nel settore è ormai caduto l’inverno. Nei prossimi dieci anni l’abilità della macchina nella comprensione dei testi registrerà solo miglioramenti applicativi d’incremento. Secondo gli esperti la sfida vincente potrebbe richiedere due anni come dieci. SIDDHARTA 28.4.2016

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/23 - Siddharta

acasadiframe: Pensieri Cinici Quotidiani 2016/23 - Siddharta: A – Cosa ci aspetta. A voler dar credito alle esperienze di chi è tornato da stati di premorte, una volta che il corpo abbia esalato l...
Herry Frux 30 aprile 2015 · Confusione Mentale Che "bello" ti dicono, sei mamma WOW! e mi fermo a pensare, attimi di ricordi scomparsi nella mia mente forse annebbiati da qualcosa- loro crescono, il problema è che tu non te ne accorgi perchè? forse non li guardo bene forse non li guardo da vicino - mi chiedo- forse non li guardo da dentro Ma come li dovrei guardare ..... Poi ci rifletto un pò di più e allora chiedo a loro di GUARDARE si dovrebbero solo fermare un secondo anche quei benedetti stramaledetti cinque stupidi introvabili minuti che non hanno mai per cercarci per cercare chi hanno intorno per vedere se c'è qualcuno con loro per vedere se qualcuno ha bisogno di loro Attimi di confusione.. Herry Frux