La statistica di Trilussa
a cura di Epitteto
Se pubblichi due versi ed io nessuno, abbiamo scritto una poesia per uno.
Ma se hai scritto sol schifezze, restan tue le due monnezze.
Hal
giovedì 31 maggio 2018
mercoledì 30 maggio 2018
Enza Picone
14 maggio 2016
W o m a n
Or, non si vive
di un solo momento che fugge
e se anche volesse fuggire
afferralo, innestalo in te
coltivalo come un bonsai.
Non crescerà mai.
Ma è grande proprio per questo .
E. P.
*****************************
Commento di Epitteto:
Già, la vita è una successione infinita di momenti che puntano tutti alla fine.
Come una retta, che è un insieme infinito di punti che hanno tutti la stessa direzione.
Il difficile nell'esistenza è afferrarli questi attimi e soffermarsi solo su quelli soddisfacenti.
Ci viene in aiuto la memoria: l'importante è scartare i pensieri parassiti e coltivare solo quelli positivi.
Se i primi ci tormentano, è facile entrare in depressione.
Allora curiamoci dei secondi: resteranno comunque dei bonsai, ma è sempre meglio di niente.
Ottimo lo spunto meditativo.
Hal
14 maggio 2016
W o m a n
Or, non si vive
di un solo momento che fugge
e se anche volesse fuggire
afferralo, innestalo in te
coltivalo come un bonsai.
Non crescerà mai.
Ma è grande proprio per questo .
E. P.
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Commento di Epitteto:
Già, la vita è una successione infinita di momenti che puntano tutti alla fine.
Come una retta, che è un insieme infinito di punti che hanno tutti la stessa direzione.
Il difficile nell'esistenza è afferrarli questi attimi e soffermarsi solo su quelli soddisfacenti.
Ci viene in aiuto la memoria: l'importante è scartare i pensieri parassiti e coltivare solo quelli positivi.
Se i primi ci tormentano, è facile entrare in depressione.
Allora curiamoci dei secondi: resteranno comunque dei bonsai, ma è sempre meglio di niente.
Ottimo lo spunto meditativo.
Hal
martedì 29 maggio 2018
Il pulviscolo
di Epitteto
Il cielo non aiuta mai l'uomo che non agisce ( Sofocle ).
Chi fa da sè, fa per tre.
Aiutati che il ciel t'aiuta.
Ecc. ecc.
In altre parole è inutile sperare nella benevolenza altrui, specie dall'Alto.
Siamo soli, disperatamente soli su questa astronave Terra sparata nello spazio.
In attesa ineluttabile di dissolverci in altro, in un ciclo continuo fino all'azzeramento totale fra cinque milardi di anni.
E le nostre Poesie?
Un pulviscolo di cui non si saprà più niente.
Hal
di Epitteto
Il cielo non aiuta mai l'uomo che non agisce ( Sofocle ).
Chi fa da sè, fa per tre.
Aiutati che il ciel t'aiuta.
Ecc. ecc.
In altre parole è inutile sperare nella benevolenza altrui, specie dall'Alto.
Siamo soli, disperatamente soli su questa astronave Terra sparata nello spazio.
In attesa ineluttabile di dissolverci in altro, in un ciclo continuo fino all'azzeramento totale fra cinque milardi di anni.
E le nostre Poesie?
Un pulviscolo di cui non si saprà più niente.
Hal
mercoledì 16 maggio 2018
Incompatibilità
di Epitteto
A volte penso che certi Autori e la Poesia siano tra loro incompatibili.
Ci bisticciano proprio, linguisticamente, grammaticalmente, per significato e significante, ecc.
Tra le virtù del lettore dovrebbe allignare anche il coraggio di evidenziare agli sprovveduti letterati questa loro indole inconciliabile.
Indirizzandoli ad attività più proficue, quali ad esempio l'agricoltura, il servizio domiciliare, l'assistenza agli ammalati, il volontariato, ecc.
Su, su cari Amici, un pò più di forza morale...
Così mi disse a suo tempo il mio padrone Epitteto.
Hal
di Epitteto
A volte penso che certi Autori e la Poesia siano tra loro incompatibili.
Ci bisticciano proprio, linguisticamente, grammaticalmente, per significato e significante, ecc.
Tra le virtù del lettore dovrebbe allignare anche il coraggio di evidenziare agli sprovveduti letterati questa loro indole inconciliabile.
Indirizzandoli ad attività più proficue, quali ad esempio l'agricoltura, il servizio domiciliare, l'assistenza agli ammalati, il volontariato, ecc.
Su, su cari Amici, un pò più di forza morale...
Così mi disse a suo tempo il mio padrone Epitteto.
Hal
’O SPECCHIO ’E CASA
**di Pietro ZURLO**
*****************
Neh carugnone, che mme faje verè?
Chi è stu viecchio ca sta nnanze a mme?
Sta pella ’nfaccia tutta arrepecchiata...
ma dimme ’a verità: è a mia o cchella ’e n’ato?
Sta vocca senza riente, e sti capille...!
Songo allentate e addeventate janche!
Ah specchio ’nfame, nun me dì ’e bbuscie!
Dimme ca st’uòcchie stanche nun sso’ ’e mie!
Mannaggia ’a morte mannaggia....
Ma guarda ccà: chesta è ’a futocrafia...
nun t’allicuorde cchiù d’’a faccia mia?
Sì, è overo, ormaje s’è sculurita...
è stata fatta quarant’anne fà...
Eppure mm’ita credere songh’io,
comm’è ca tu nun t’allicuorde ’e mè?!
Pe’ jonta si m’addormo o chiudo ll’uocchie
me veco nnanze tutta ’a gioventù!
Ma tu nun ne può ddicere buscie...
pecchè he ditto sempe ’a verità.
Allora saje che faccio ’a mo’ a ghì nnanze:
dico a muglierma ’e nun pulezzarte cchiù!
Accussi ’mpare, chello ch’è ’o ccampà,
addeventanno viecchio pure tù!
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
G L O S S A R I O
-Arrepecchiata= Rugosa,
-Senza riente= Sdentato,
-Songo allentate= Si sono fatti radi,
-Nun t'allicuòrde?= Non ti ricordi?.
-S'è asculurita= Si è scolorita,
-Mm'ita credere= Mi dovete credere,
-Pe' jonta= Per giunta,
-A mo a gghì nnanze= D'ora in avanti,
-'E nun pulezzarte chiù= Di non pulirti più,
-Accussì 'mpare chello ch'è 'o campà= Così impari cos'è il campare.
**************************************
Commento di EPITTETO:
Don Pietro vanta una produzione poetica invidiabile.
Splendida soprattutto quella vernacolare, ricostruita con puntiglio, dove l'ispirazione genuina e d'impronta si concretizza in modo coinvolgente.
Lo specchio: è tale e tanta la quantità letteraria al riguardo , dall'antichità ad oggi, che non mette più conto enumerarla.
Eppure leggendo il nostro Autore sembra di essere al primo incontro, tanta è la forza travolgente del verso.
E' ovvio che anch'io mi sia cimentato sull'oggetto, ma con risultati mediocri al confronto.
Specchio impietoso, come ti permetti di sbatterci in faccia la realtà in tutta la sua crudezza?
Tu menti, quello non sono io, ma un altro irriconoscibile e volgare, perchè la mia memoria sul bello non può mentirmi.
Lo diceva già Oscar Wilde ne < Il ritratto di Dorian Gray >.
Lui che rimaneva eternamente giovane non poteva invecchiare al pari di
quel suo ritratto impertinente.
Sì, noi non invecchiamo mai, quindi ci è insopportabile quel riflesso che ammicca al nostro decadimento fisico ad ogni occasione: in casa, al lavoro, nelle vetrine per strada, nel retrovisore, nelle pareti a specchio d'albergo...
E allora?
Ti punisco, specchio della malora!
Ti oscuro lasciandoti sporco, non potrai più riflettere, così impari.
Il dramma interiore dell'io narrante si appalesa sempre più man mano che i versi si succedono, in ritmo incalzante.
Fino a restare, noi eternamente giovani, meditabondi col capo tra le mani.
E gli occhi persi nel vuoto...
Bravissimo, caro Amico, se non fosse per il tono ironico che allenta la tensione e la rabbia, ci sarebbe da cadere in depressione isterica, noi d'una certa età!
Chapeau, Siddharta.
**di Pietro ZURLO**
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Neh carugnone, che mme faje verè?
Chi è stu viecchio ca sta nnanze a mme?
Sta pella ’nfaccia tutta arrepecchiata...
ma dimme ’a verità: è a mia o cchella ’e n’ato?
Sta vocca senza riente, e sti capille...!
Songo allentate e addeventate janche!
Ah specchio ’nfame, nun me dì ’e bbuscie!
Dimme ca st’uòcchie stanche nun sso’ ’e mie!
Mannaggia ’a morte mannaggia....
Ma guarda ccà: chesta è ’a futocrafia...
nun t’allicuorde cchiù d’’a faccia mia?
Sì, è overo, ormaje s’è sculurita...
è stata fatta quarant’anne fà...
Eppure mm’ita credere songh’io,
comm’è ca tu nun t’allicuorde ’e mè?!
Pe’ jonta si m’addormo o chiudo ll’uocchie
me veco nnanze tutta ’a gioventù!
Ma tu nun ne può ddicere buscie...
pecchè he ditto sempe ’a verità.
Allora saje che faccio ’a mo’ a ghì nnanze:
dico a muglierma ’e nun pulezzarte cchiù!
Accussi ’mpare, chello ch’è ’o ccampà,
addeventanno viecchio pure tù!
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G L O S S A R I O
-Arrepecchiata= Rugosa,
-Senza riente= Sdentato,
-Songo allentate= Si sono fatti radi,
-Nun t'allicuòrde?= Non ti ricordi?.
-S'è asculurita= Si è scolorita,
-Mm'ita credere= Mi dovete credere,
-Pe' jonta= Per giunta,
-A mo a gghì nnanze= D'ora in avanti,
-'E nun pulezzarte chiù= Di non pulirti più,
-Accussì 'mpare chello ch'è 'o campà= Così impari cos'è il campare.
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Commento di EPITTETO:
Don Pietro vanta una produzione poetica invidiabile.
Splendida soprattutto quella vernacolare, ricostruita con puntiglio, dove l'ispirazione genuina e d'impronta si concretizza in modo coinvolgente.
Lo specchio: è tale e tanta la quantità letteraria al riguardo , dall'antichità ad oggi, che non mette più conto enumerarla.
Eppure leggendo il nostro Autore sembra di essere al primo incontro, tanta è la forza travolgente del verso.
E' ovvio che anch'io mi sia cimentato sull'oggetto, ma con risultati mediocri al confronto.
Specchio impietoso, come ti permetti di sbatterci in faccia la realtà in tutta la sua crudezza?
Tu menti, quello non sono io, ma un altro irriconoscibile e volgare, perchè la mia memoria sul bello non può mentirmi.
Lo diceva già Oscar Wilde ne < Il ritratto di Dorian Gray >.
Lui che rimaneva eternamente giovane non poteva invecchiare al pari di
quel suo ritratto impertinente.
Sì, noi non invecchiamo mai, quindi ci è insopportabile quel riflesso che ammicca al nostro decadimento fisico ad ogni occasione: in casa, al lavoro, nelle vetrine per strada, nel retrovisore, nelle pareti a specchio d'albergo...
E allora?
Ti punisco, specchio della malora!
Ti oscuro lasciandoti sporco, non potrai più riflettere, così impari.
Il dramma interiore dell'io narrante si appalesa sempre più man mano che i versi si succedono, in ritmo incalzante.
Fino a restare, noi eternamente giovani, meditabondi col capo tra le mani.
E gli occhi persi nel vuoto...
Bravissimo, caro Amico, se non fosse per il tono ironico che allenta la tensione e la rabbia, ci sarebbe da cadere in depressione isterica, noi d'una certa età!
Chapeau, Siddharta.
martedì 15 maggio 2018
Fuggi
di Epitteto
Diverse Amiche, oltre che a sconosciute, mi tempestano di chat amorose.
Ce n'è una che mi vuol assiso nudo sulle sue tette prosperose mentre mi declama una poesia!
Per fortuna che mi viene in aiuto la Bibbia col suo Cantico dei Cantici ( 8,14 ), che recita: < Fuggi, amico mio, come una gazzella o un cerbiatto, sul monte degli aromi ! >.
Così mi ha detto Epitteto mentre come un disperato se la dava a gambe, inseguito dalla canea selvaggia delle scatenate Erinni...
HAL
di Epitteto
Diverse Amiche, oltre che a sconosciute, mi tempestano di chat amorose.
Ce n'è una che mi vuol assiso nudo sulle sue tette prosperose mentre mi declama una poesia!
Per fortuna che mi viene in aiuto la Bibbia col suo Cantico dei Cantici ( 8,14 ), che recita: < Fuggi, amico mio, come una gazzella o un cerbiatto, sul monte degli aromi ! >.
Così mi ha detto Epitteto mentre come un disperato se la dava a gambe, inseguito dalla canea selvaggia delle scatenate Erinni...
HAL
Alba Spina
Pensieri
Tiepido, il vento ti culla,
silvestre seme piumoso.
Oscilli un poco, t'involi,
svanisci di là dalla siepe.
Altrove donerai le radici,
altrove riderà la tua grazia.
Così si levano i miei pensieri,
ancora vitali, mai stanchi,
così si concedono al vento,
che altrove li porta, lontano.
Pensieri
Tiepido, il vento ti culla,
silvestre seme piumoso.
Oscilli un poco, t'involi,
svanisci di là dalla siepe.
Altrove donerai le radici,
altrove riderà la tua grazia.
Così si levano i miei pensieri,
ancora vitali, mai stanchi,
così si concedono al vento,
che altrove li porta, lontano.
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Commento di Epitteto:
Indubbiamente Alba ci sa fare.
Parrebbe che gli anni trascorsi e le vicissitudini doppiate abbiano contribuito a levigare la sua vena poetica, riducendola all'essenziale.
In pochi versi racchiusa l'emozione di un'anima serena e misurata, paga del passato, in attesa ineluttabile degli eventi.
Chissà che l'albo d'oro dei nostri poeti non abbia un giorno a recare anche il nome di questa figlia dell'amata Sicilia.
Hal
Commento di Epitteto:
Indubbiamente Alba ci sa fare.
Parrebbe che gli anni trascorsi e le vicissitudini doppiate abbiano contribuito a levigare la sua vena poetica, riducendola all'essenziale.
In pochi versi racchiusa l'emozione di un'anima serena e misurata, paga del passato, in attesa ineluttabile degli eventi.
Chissà che l'albo d'oro dei nostri poeti non abbia un giorno a recare anche il nome di questa figlia dell'amata Sicilia.
Hal
lunedì 14 maggio 2018
’E PPAPUSCE . . . .
***di Pietro ZURLO***
Muglierema, dint’e sserate ’e vierno,
sap’èssa c’hadda fa’ pe’ passà ’o tiempo;
tene ’o canisto ’e lana e tanta fierre
e dint’a niente ’a vire sferruzzà.*
**
So’ remasugli’e lana ch’essa tene,
ca primma l’accummencia a gliummarà;*
po’ ’e ’ncrocia, ’e mmesca, fa tanta culure
e ppo decide chello c’ha dda fa’.
**
Sta tutta concentrata, conta ’e punte,
po’ nun se trova e torna a sgravuglià;
ma doppo c’ha truvato ’o punto justo…
Aggio fernuto dice, guarda ccà!
E spisso è na scazzetta che m’ha fatto,
nu cuppulicchio ’e lana quand’è nnotte;
oppure doje chianelle, doje papusce*
che m’aggia mètte ’e pière e mm’aggia stà.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
GLOSSARIO:
-Papusce-chianelle= Pantofole al modo degli arabi, dal quale
ha preso il nome, Babbucce.
-Sferuzzà= Il lavorare coi ferri a maglia od altro fatto dalle
nostre donne, o meglio dalle persone anziane.
-Ghiummarà= Il raggomitolare la lana,
-Muglierema= Mia moglie,
-Sap’essa c’hadda fa’= Sa lei che deve fare,
-Canìsto= Canestro pieno di gomitoli di lana,
-Remasùglie ’e lana= Rimasugli, spezzoni di lana,
-’E mmesca= Li mescola fra loro,
-Conta ’e punte= Conta i punti per essere precisa,
-Sgravuglià= Sgomitolare,
-’O punto justo= Il punto giusto,
-Scazzetta= Tipo di berretto papalino,
-Nu cuppulicchio= Un berrettino di lana (scazzetta).
***di Pietro ZURLO***
Muglierema, dint’e sserate ’e vierno,
sap’èssa c’hadda fa’ pe’ passà ’o tiempo;
tene ’o canisto ’e lana e tanta fierre
e dint’a niente ’a vire sferruzzà.*
**
So’ remasugli’e lana ch’essa tene,
ca primma l’accummencia a gliummarà;*
po’ ’e ’ncrocia, ’e mmesca, fa tanta culure
e ppo decide chello c’ha dda fa’.
**
Sta tutta concentrata, conta ’e punte,
po’ nun se trova e torna a sgravuglià;
ma doppo c’ha truvato ’o punto justo…
Aggio fernuto dice, guarda ccà!
E spisso è na scazzetta che m’ha fatto,
nu cuppulicchio ’e lana quand’è nnotte;
oppure doje chianelle, doje papusce*
che m’aggia mètte ’e pière e mm’aggia stà.
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GLOSSARIO:
-Papusce-chianelle= Pantofole al modo degli arabi, dal quale
ha preso il nome, Babbucce.
-Sferuzzà= Il lavorare coi ferri a maglia od altro fatto dalle
nostre donne, o meglio dalle persone anziane.
-Ghiummarà= Il raggomitolare la lana,
-Muglierema= Mia moglie,
-Sap’essa c’hadda fa’= Sa lei che deve fare,
-Canìsto= Canestro pieno di gomitoli di lana,
-Remasùglie ’e lana= Rimasugli, spezzoni di lana,
-’E mmesca= Li mescola fra loro,
-Conta ’e punte= Conta i punti per essere precisa,
-Sgravuglià= Sgomitolare,
-’O punto justo= Il punto giusto,
-Scazzetta= Tipo di berretto papalino,
-Nu cuppulicchio= Un berrettino di lana (scazzetta).
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COMMENTO di EPITTETO:
Beh, io credo che qui l'Autore si sia superato.
Ha raccolto persino l'applauso convinto di mia moglie, teutonica non facile agli entusiasmi, commossa visibilmente da tanto realismo poetico.
Sì è così, in tutte le famiglie dove una madre d'età, una nonna, una donna di casa impieghi il suo poco tempo libero in lavori a maglia, all'uncinetto et similia.
Un'istantanea quasi fotografica da premiare non solo in un concorso letterario, ma anche come forma artistica.
Non sono solito spendermi entusiaticamente, ma quando ci vuole ci vuole.
L'abilità versificatoria quivi è esemplare: non un solo costrutto artificioso, non una parola sovraesposta, non un affanno di contenuto, ma il tutto equilibrato e propedeutico al ritmo cadenzato dei versi.
Anche l'editing del tutto nuovo, a dimostrazione che anche i < vecchi > Poeti non sono tutti dei parrucconi...
Commento eccessivo?
Macchè, mi dispiace soltanto di non esser stato maggiormente elogiativo.
Fra Salimbene
COMMENTO di EPITTETO:
Beh, io credo che qui l'Autore si sia superato.
Ha raccolto persino l'applauso convinto di mia moglie, teutonica non facile agli entusiasmi, commossa visibilmente da tanto realismo poetico.
Sì è così, in tutte le famiglie dove una madre d'età, una nonna, una donna di casa impieghi il suo poco tempo libero in lavori a maglia, all'uncinetto et similia.
Un'istantanea quasi fotografica da premiare non solo in un concorso letterario, ma anche come forma artistica.
Non sono solito spendermi entusiaticamente, ma quando ci vuole ci vuole.
L'abilità versificatoria quivi è esemplare: non un solo costrutto artificioso, non una parola sovraesposta, non un affanno di contenuto, ma il tutto equilibrato e propedeutico al ritmo cadenzato dei versi.
Anche l'editing del tutto nuovo, a dimostrazione che anche i < vecchi > Poeti non sono tutti dei parrucconi...
Commento eccessivo?
Macchè, mi dispiace soltanto di non esser stato maggiormente elogiativo.
Fra Salimbene
Citazioni fideistiche
di Epitteto
* L'invocazione atelogica < Ah, mio dio... mio dio..., perchè non esisti? ( Giorgio Caproni ).
** Chi non conosce tutte le cose non può essere ateo.
Solo dio è ateo.
Il diavolo è il più grande credente ed ha le sue buone ragioni ( Flannery O' Connor ).
*** La più fine astuzia del diavolo è di persuaderci che egli non esista ( Baudelaire ).
**** Difficilissimo convincere uno scribacchino di non essere un poeta.
Anche di fronte alla dimostrazione più lampante, continuerà a credere di essere oggetto di una congiura per danneggiarlo.
E' più facile scalare l'Everest che rinunciare ai propri pregiudizi e testardaggini da ignorantone ( Epitteto ).
Così lesse Hal.
di Epitteto
* L'invocazione atelogica < Ah, mio dio... mio dio..., perchè non esisti? ( Giorgio Caproni ).
** Chi non conosce tutte le cose non può essere ateo.
Solo dio è ateo.
Il diavolo è il più grande credente ed ha le sue buone ragioni ( Flannery O' Connor ).
*** La più fine astuzia del diavolo è di persuaderci che egli non esista ( Baudelaire ).
**** Difficilissimo convincere uno scribacchino di non essere un poeta.
Anche di fronte alla dimostrazione più lampante, continuerà a credere di essere oggetto di una congiura per danneggiarlo.
E' più facile scalare l'Everest che rinunciare ai propri pregiudizi e testardaggini da ignorantone ( Epitteto ).
Così lesse Hal.
domenica 13 maggio 2018
Teresa Frasca
17 h
Diuturno
Scivola scura,
la notte,
coperta dall'affanno
del trascorso giorno,
imbibita di lacrime
mai esaurite.
Avanza pallida,
l'aurora,
ravvivata da illusori germogli,
imbevuta di salate stille
del notturno gocciolio.
Scorre, inesorabile,
il tempo.
************************************
Commento di Epitteto:
Cacofonica l'endiadi < imbibita > e < imbevuta >.
Non sono uomo di mare, ma mi suonano strane < le salate stille/ del notturno gocciolìo >, ritenendo l'umidità vaporosa acqua dolce secondo i ricordi scolastici liceali.
Comunque si nota uno sforzo retorico costruito.
L'ultimo distico invece troneggia solitario e meditativo, il che sufficit a sostenere tutta una conversazione letteraria.
Un pò poco?
Mah, a seconda dei punti di vista...
Hal
17 h
Diuturno
Scivola scura,
la notte,
coperta dall'affanno
del trascorso giorno,
imbibita di lacrime
mai esaurite.
Avanza pallida,
l'aurora,
ravvivata da illusori germogli,
imbevuta di salate stille
del notturno gocciolio.
Scorre, inesorabile,
il tempo.
************************************
Commento di Epitteto:
Cacofonica l'endiadi < imbibita > e < imbevuta >.
Non sono uomo di mare, ma mi suonano strane < le salate stille/ del notturno gocciolìo >, ritenendo l'umidità vaporosa acqua dolce secondo i ricordi scolastici liceali.
Comunque si nota uno sforzo retorico costruito.
L'ultimo distico invece troneggia solitario e meditativo, il che sufficit a sostenere tutta una conversazione letteraria.
Un pò poco?
Mah, a seconda dei punti di vista...
Hal
Statistiche
di Epitteto
Nel 2050 sarete 9,8 miliardi di umani, contro i 7,6 attuali.
Oggi 815 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare.
Gli sprechi di contro sono elevatissimi.
37 Paesi nel mondo non producono cibo sufficiente a sfamare la loro popolazione, per cui devono importarne: di questi ben 29 sono della fascia subsahariana.
Fra trent'anni, come appovvigionare due miliardi di persone in più?
Ci penserà lo sviluppo delle tecnologie agricole.
Ma, dico io, perchè non riducendo le nascite scopando di meno?
Si ridurrebbe anche la perniciosa presenza in Italia degli oltre tre milioni di poeti fasulli attuali...
Hal
di Epitteto
Nel 2050 sarete 9,8 miliardi di umani, contro i 7,6 attuali.
Oggi 815 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare.
Gli sprechi di contro sono elevatissimi.
37 Paesi nel mondo non producono cibo sufficiente a sfamare la loro popolazione, per cui devono importarne: di questi ben 29 sono della fascia subsahariana.
Fra trent'anni, come appovvigionare due miliardi di persone in più?
Ci penserà lo sviluppo delle tecnologie agricole.
Ma, dico io, perchè non riducendo le nascite scopando di meno?
Si ridurrebbe anche la perniciosa presenza in Italia degli oltre tre milioni di poeti fasulli attuali...
Hal
domenica 6 maggio 2018
TANA
di Mauri mari
Un due tre...
e una mano che si serra d'improvviso
chi ci lascia dentro il dito resta al palo
mentre i gonzi, i più confusi, si premurano a partire.
Direzioni originali per ognuno
-strade dritte disegnate dal destino-
una qualche deviazione
per sentirsi un po' speciali
poi di nuovo a pedalare
sui percorsi più scontati
per pigrizia o per viltà.
Piè veloce e testa bassa
eludendo le vetrine
per raggiungere la Fine.
*******************************************
EPITTETO:
Di tanto in tanto l'Amico Maurizio riemerge dalle nebbie letterarie con un suo contributo esistenziale.
I suoi pezzi sono come tanti spaccati della quotidianità sociale, dove solo però gli emarginati della vita trovano ascolto.
Non s'intravvede mai un sole all'orizzonte, ma solo tramonti corrucciati e foschi.
Due occhi penetranti a rovistare nel pattume dell'umanità, per coglierne il realismo diuturno incombente.
Credevo d'essere cinico, ma a quanto leggo rientrerei per paradosso negli ottimisti.
In conclusione un perenne < memento quia pulvis es et in pulverem reverteris >...
Epitteto
di Mauri mari
Un due tre...
e una mano che si serra d'improvviso
chi ci lascia dentro il dito resta al palo
mentre i gonzi, i più confusi, si premurano a partire.
Direzioni originali per ognuno
-strade dritte disegnate dal destino-
una qualche deviazione
per sentirsi un po' speciali
poi di nuovo a pedalare
sui percorsi più scontati
per pigrizia o per viltà.
Piè veloce e testa bassa
eludendo le vetrine
per raggiungere la Fine.
*******************************************
EPITTETO:
Di tanto in tanto l'Amico Maurizio riemerge dalle nebbie letterarie con un suo contributo esistenziale.
I suoi pezzi sono come tanti spaccati della quotidianità sociale, dove solo però gli emarginati della vita trovano ascolto.
Non s'intravvede mai un sole all'orizzonte, ma solo tramonti corrucciati e foschi.
Due occhi penetranti a rovistare nel pattume dell'umanità, per coglierne il realismo diuturno incombente.
Credevo d'essere cinico, ma a quanto leggo rientrerei per paradosso negli ottimisti.
In conclusione un perenne < memento quia pulvis es et in pulverem reverteris >...
Epitteto
sabato 5 maggio 2018
rose appassite
su una panchina vuota-
sera di maggio
Cinzia Pitingaro
su una panchina vuota-
sera di maggio
Cinzia Pitingaro
***********************
Commento di Epitteto:
Un mazzetto di rose appasite su una panchina vuota.
E di maggio per giunta, mese del trionfo floreale.
Semplice dimenticanza, un amore conchiuso, una separazione per futuri diversi, chissà...
L'abbandono è sempre un trauma che forse tutti abbiamo sperimentato.
Perchè la vita è infine solitudine e riuscire ad affrontarla in due è già un mircolo.
Ma non disperiamo, siamo solo all'inizio della bella stagione e possiamo ancora inseguire le nostre esistenze.
Ottima/mente, Hal.
Commento di Epitteto:
Un mazzetto di rose appasite su una panchina vuota.
E di maggio per giunta, mese del trionfo floreale.
Semplice dimenticanza, un amore conchiuso, una separazione per futuri diversi, chissà...
L'abbandono è sempre un trauma che forse tutti abbiamo sperimentato.
Perchè la vita è infine solitudine e riuscire ad affrontarla in due è già un mircolo.
Ma non disperiamo, siamo solo all'inizio della bella stagione e possiamo ancora inseguire le nostre esistenze.
Ottima/mente, Hal.
giovedì 3 maggio 2018
FIGLIA DI SICILIA
di Mimma Raspanti
Qui sono nata
tra aranceti e sospiri
tra colori e magia.
Amore lo ha voluto,
quel soffio che giace
sui tuoi fianchi, terra
e ti rende madre
di chi ancora sa amare
senza paura.
di Mimma Raspanti
Qui sono nata
tra aranceti e sospiri
tra colori e magia.
Amore lo ha voluto,
quel soffio che giace
sui tuoi fianchi, terra
e ti rende madre
di chi ancora sa amare
senza paura.
**********************************
Commento di Epitteto:
Tuttora non riesco a capacitarmi del perchè la Sicilia sia così generosa di artisti, letterati e non.
C'è del magico in tutto questo, forse grazie all'influenza ellenica dei millenni passati, culla della civiltà.
Sta di fatto che qui al nord siamo tutti degli zoticoni affaristi, immersi fino al collo in fabbriche e commerci, nel freddo polare, senza afflati culturali autoctoni.
E poi dicono che l'ambiente non incide sulla creatività artistica.
Se fossi ricco, la Sicilia tutta me la comprerei!
Hal
Commento di Epitteto:
Tuttora non riesco a capacitarmi del perchè la Sicilia sia così generosa di artisti, letterati e non.
C'è del magico in tutto questo, forse grazie all'influenza ellenica dei millenni passati, culla della civiltà.
Sta di fatto che qui al nord siamo tutti degli zoticoni affaristi, immersi fino al collo in fabbriche e commerci, nel freddo polare, senza afflati culturali autoctoni.
E poi dicono che l'ambiente non incide sulla creatività artistica.
Se fossi ricco, la Sicilia tutta me la comprerei!
Hal
mercoledì 2 maggio 2018
Cinzia Pitingaro
29 aprile alle ore 19:44
I VECCHI
I vecchi…
trascinati dagli anni
e incurvati dal tempo,
con il volto rugoso
e le mani tremanti…
sulle fredde panchine
a guardare il tramonto,
con le lacrime agli occhi
e lo sguardo ormai spento…
Vecchi fragili e soli
coi ricordi di un tempo,
con gli affetti nel cuore
e la mente ormai stanca…
Vecchi in un angolino
ad attendere invano
un sorriso, un conforto
o magari una mano…
E noi, presi dal mondo,
dalle corse del tempo,
dal futuro che incombe…
Noi distratti e distanti…
Cinzia Pitingaro
*************************************
Commento di Epitteto:
Accompagno giornalmente il defunto letterario Epitteto ad un parco vicino per la consueta passeggiata igienico-fisica.
Pare un luogo da girone infernale ove si aggirano fantasmi degradati dal tempo e sputati dalla società.
Passi stentati e claudicanti, facce deturpate, occhi spenti, bocche contorte e mute.
La morte che aleggia all'intorno.
Quasi impossibile intravvedere la tracotanza di un tempo in quei volti distrutti.
Eppure come non vederli col terzo occhio sporchi, brutti e cattivi, intrattabili, viziosi, che avanti ci hanno fatto guerre, violenze, ruberie, malversazioni, ecc.
Malfidenti, sono rimasti i bugiardi di un tempo, e chi più ne ha più ne metta.
In più sono improduttivi e pesano sulla società.
Consiglierei all'Autrice una capatina di tanto in tanto in un ospizio geriatrico per sincerarsene e fuggirsene inorridita.
Ciononostante il testo appare ben congegnato, scorrevole ed intrigante, quel tanto che basta per ingannare la buonafede del lettore sulla veridicità dei fatti.
Certamente uno spaccato il mio di tutto quello che i vecchi si meritano.
Hal
29 aprile alle ore 19:44
I VECCHI
I vecchi…
trascinati dagli anni
e incurvati dal tempo,
con il volto rugoso
e le mani tremanti…
sulle fredde panchine
a guardare il tramonto,
con le lacrime agli occhi
e lo sguardo ormai spento…
Vecchi fragili e soli
coi ricordi di un tempo,
con gli affetti nel cuore
e la mente ormai stanca…
Vecchi in un angolino
ad attendere invano
un sorriso, un conforto
o magari una mano…
E noi, presi dal mondo,
dalle corse del tempo,
dal futuro che incombe…
Noi distratti e distanti…
Cinzia Pitingaro
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Commento di Epitteto:
Accompagno giornalmente il defunto letterario Epitteto ad un parco vicino per la consueta passeggiata igienico-fisica.
Pare un luogo da girone infernale ove si aggirano fantasmi degradati dal tempo e sputati dalla società.
Passi stentati e claudicanti, facce deturpate, occhi spenti, bocche contorte e mute.
La morte che aleggia all'intorno.
Quasi impossibile intravvedere la tracotanza di un tempo in quei volti distrutti.
Eppure come non vederli col terzo occhio sporchi, brutti e cattivi, intrattabili, viziosi, che avanti ci hanno fatto guerre, violenze, ruberie, malversazioni, ecc.
Malfidenti, sono rimasti i bugiardi di un tempo, e chi più ne ha più ne metta.
In più sono improduttivi e pesano sulla società.
Consiglierei all'Autrice una capatina di tanto in tanto in un ospizio geriatrico per sincerarsene e fuggirsene inorridita.
Ciononostante il testo appare ben congegnato, scorrevole ed intrigante, quel tanto che basta per ingannare la buonafede del lettore sulla veridicità dei fatti.
Certamente uno spaccato il mio di tutto quello che i vecchi si meritano.
Hal
Cinzia Pitingaro
2 h
Haiku
petali al vento-
è l'alba profumata
di un nuovo giorno
Cinzia Pitingaro
*****************************
Commento di Epitteto:
Bella non significa niente.
Sarebbe meglio massaggiarsi le meningi per una più acconcia risposta.
Non siamo ancora pronti ad una poetica di stampo orientale che punta sulla meditazione.
La quale non necessariamente deve rispecchiare quella durevole delle nostre lande, ma può/deve fondarsi sul tocco lieve e breve di una o più sensazioni intense.
Alle quali dalle nostre latitudini non siamo certo abituati, riorrendo a spaventose indigeste sbrodolate nell'illusione di toccare tutto lo scibile umano.
Quivi un istantaneo flash d'ambiente, percepito in sospensione di pensiero e in allerta di epidermide.
Molto bene, Hal.
2 h
Haiku
petali al vento-
è l'alba profumata
di un nuovo giorno
Cinzia Pitingaro
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Commento di Epitteto:
Bella non significa niente.
Sarebbe meglio massaggiarsi le meningi per una più acconcia risposta.
Non siamo ancora pronti ad una poetica di stampo orientale che punta sulla meditazione.
La quale non necessariamente deve rispecchiare quella durevole delle nostre lande, ma può/deve fondarsi sul tocco lieve e breve di una o più sensazioni intense.
Alle quali dalle nostre latitudini non siamo certo abituati, riorrendo a spaventose indigeste sbrodolate nell'illusione di toccare tutto lo scibile umano.
Quivi un istantaneo flash d'ambiente, percepito in sospensione di pensiero e in allerta di epidermide.
Molto bene, Hal.
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