mercoledì 13 aprile 2016

Pensieri Cinici Quotidiani 2016/21 - Siddharta A – Soli… in due. Non avendo la patente per questioni d’età, una simpatica ventenne mi scarrozza a destinazione con la sua auto. Un’oretta di viaggio tra andata e ritorno. N.B.: l’accompagnatore /trice di anziani, un diverso modo di guadagnarsi da vivere per i giovani disoccupati. Insieme in macchina, quindi, un’occasione per un fruttuoso scambio d’idee. Me ne sto zitto, pensando alle infinite cose che un buon padre di famiglia vorrebbe dire ai figli. I casi della vita, fare il lavapiatti non è disdicevole al laureato, la guerra rifiutata nel secondo Novecento, il consumismo, ecc. Mentre lei guida assorta e pensierosa, sento che si rigira in capo la solita solfa. Noi giovani costretti a lavori di ripiego, questi vecchi bavosi e danarosi che ci sfruttano, il mondo che è lì lì per esser agguantato a piene mani, tanti sogni ancora nel cassetto, prima o poi verrà la volta buona… Intanto il tempo vola nel silenzio assordante ( per dirla con l’ossimoro stravecchio e abusato ), ecco siamo arrivati, il compenso in nero, un saluto di circostanza. E ognuno per la sua strada, senza esserci detto niente l’un con l’altra! B – Vita dopo la vita. Le scienze cognitive ( biologia, neurologia, ecc. ) ci hanno fatto < na capa tanta > sull’anima, lo spirito, la coscienza et similia convincendoci che essi non sono altro che stati vigili legati ai neuroni e sinapsi propri di aree del cervello. Quindi niente metafisico, ma solo fisico. Di contro altri scienziati ( ingegneri, medici, psicologi, e così via ) contestano il fatto, asserendo che la coscienza continua a lavorare anche quando l’encefalogramma è ormai piatto. Vi sarebbe quindi vita dopo la vita, come testimonia chi dopo qualche tempo è tornato dall’Aldilà vivo e vegeto… Belle le esperienze extracorporee dei traumatizzati, che svolazzano sopra il proprio corpo esamine, che vengono accolti nell’oltre da anime di deceduti ( meglio se parenti ), entrando in tunnel di luce, ecc. In quei momenti parrebbe disvelarsi il mistero della vita eterna e del cosmo tutto. Il tunnel di luce intensa pare una costante nei tempi. Anche Hieronymus Bosch ( 1450-1516 ) ebbe a configurarselo in un suo dipinto ( Ascesa all’Empireo ), come via obbligata per ascendere al divino. In tutta questa congerie, mi sento alquanto rattristato: chi mai verrà a prendermi per mano quando sarà il turno del mio viaggio ultraterreno. Io, che in vita non ho incontrato che delinquenti… C – Le suore. Ai tempi ho studiato dalle Orsoline di S. Carlo. Ivi esistevano due categorie di suore: - quelle con la dote, che portavano il soggolo e si chiamavano tutte Suor Maria + il nome da consacrate ( suor Maria Aureliana, ecc. ); - quelle senza dote, che non portavano il soggolo e senza il prenome di Maria ( es. suor Candida ). Anche quivi, nelle congregazioni religiose, come si vede il dio denaro ben sapeva del divide et impera… Mi piaceva assai suor Firmina, cuciniera, senza soggolo, assai modesta Una domenica pomeriggio noi interne, a ringraziamento, le portammo un gelato in regalo. Suor Firmina arretrò, dicendo < non posso accettarlo, devo chiedere prima il permesso alla Madre Superiora ! >. Ma noi educande, del tutto sorde al lamento, non desistemmo e le ficcammo in bocca un cucchiaino di gelato. E la poveretta impaurita < e adesso come farò a confessarmi? >. Santippe in Siddharta SIDDHARTA 12.4.2016

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