Ninna
nanna
di
Anna S.
Sfiorando
il tuo viso
mi
addormento,
e
sogno sogni in cui ci sei,
piccola
come ti vedo,
forte,
come sarai.
Il
dono più bello,
sostanza
d’amore,
parte
di me.
Mi
chiamerai
e
io ci sarò,
per
te graffierò il marmo
dell’indifferenza,
e
porterò al cielo lacrime
di
dolori antichi.
Con
la rabbia di chi sa
la
disperazione
porterò
le mani avanti
a
respingere
fantasmi
odiosi
serpenti
striscianti
pensieri
oscuri.
Sarò
lì con te
a
non permettere,
a
non lasciare,
a
sbranare, io, lupa,
ogni
male.
Lo
farò, sì
ma
tu ora dormi,
e
il tuo respiro
è
il mio.
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Commento di Epitteto:
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Commento di Epitteto:
Che
altro dovrebbe/potrebbe dire di più e di diverso una madre della sua creatura,
sangue del suo sangue?
Grazie
al cielo la natura non facit saltus e individua da sempre nella genitrice il
primo valido baluardo a difesa della prole.
Parole
sgorgate dal cuore queste, in impeto d'amore: semplici, intense, commoventi,
quasi ferine.
Poi
purtroppo la vita si incaricherà di aggiustare il tiro, lanciando i figli come
frecce nel mondo, ognuno per la loro strada.
Ma
l'amore materno non si assopirà mai.
E'
questo il legame che attraverserà di generazione in generazione, attenuando la
violenza della vita.
Certo,
forse sarebbe meglio non mettere al mondo figli, perchè con la nascita ne
decretiamo anche la morte.
E
questo è un atto di grande egoismo, che la natura cela a motivo di propagazione
della specie.
Le
parole dell'Autrice non sono invero nuove; ma si sa, in letteratura tutto è già
stato detto da millenni e dobbiamo accontentarci allora di quello che passa il
convento.
Il plagosus Orbilius.
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