domenica 30 aprile 2017

Epitteto Eubulide
Da vecchio strizzacervelli, è notorio che l'uomo è un individuo sociale e che per l'appunto si dà delle regole ( c.d leggi ) che gli consentano la pacifica convivenza..
In quest'ambito cerca di far emergere ed imporre poi la propria individualtà battendo la grancassa della presunzione e della superbia ( il famoso " io " ).
Comunque, quando nei limiti della tollleranza, manifestare l'etica e le capacità professionali contribuisce alla crescita, equilibrio e certezza del sè.
A vantaggio proprio e della società.
Scrivere e leggere fa bene: l'importante è saper mantenere l'obiettività di giudizio.
Poi sappiamo bene ( e qui sta il nocciolo della questione ) che non tutto quanto pensiamo e scriviamo sono la quintessenza del meglio.
A te, don Pietro, e a tutti gli Amici affezionati un grande affettuoso abbraccio.
Orbilio il manesco

domenica 23 aprile 2017

CIAO ORBILIO...SPERO CHE CAPISCA IL DIALETTO NAPOLETANO PER POTERLO LEGGERE E NON MAZZIARMI!!!
TENTAZIONE(Cannavòla)
***di Pietro ZURLO***

Vucchella de no fico lattarola….
chiù bbella ’e te rint’a stu mese ’Austo,
nun ce ne sta…ah, si te ’ncoccio sola….
'e te me saziasse co assaje gusto!
Ma int’a chill’uòrto te nne staje…cannavòla…(1)
e io scalà nun ssaccio ll’àuto muro;
ma si tu mme dicisse: auciello, vòla…
io venarria addu te’, te l’assicuro.

1)-Cannavòla=Tentazione, forte desiderio.
*********************
Così Epitteto ha commentato:
L'erba del vicino è sempre più verde...
In vecchiaia i muri si fanno sempre più alti, financo impossibili da scalare.
Ma forse è una benedizione: chissà nel cogliere il frutto potremmo incappare in una delusione...
Intanto restiamo allibiti e incantati nel mirare la perfezione, il colore caldo e il profumo della pelle liscia e vellutata dei giovani.
Eravamo così anche noi e non lo sapevamo!
Guardare e non toccare, questo il destino degli anziani.
E un poco ci vergognamo dei notri impulsi sensuali e abbassiamo gli occhi per non scoprirci.
Intanto il gioco di seduzione affonda nei millenni: nella Bibbia le donne in preghiera dovevano velarsi quantomeno il capo, per non eccitare le brame dei maschi.
Oggi si denudano per richiamare l'attenzione all'accoppiamento sterile e di piacere, del tutto inutile ad una certa età...
Bravo, Maestro Pietro, ancora una perla poetica in grado di scatenare ricordi e nostalgia.
by Orbilio il manesco
ISPIRAZIONE
di Damiano Lentisco

E’ quello stato di ipnosi
che ti fa scrivere cose
delle quali disconosci il significato
finché Epitteto non te l’ha spiegato.
A me è capitato più d’una volta
nel rileggere una poesia per me stolta.
Arriva lui fresco fresco:
è la più bella lirica di Lentisco.
Viceverso mentre orgogliosamente
presento il mio bel componimento,
Lui me lo boccia solennemente.
Ed ha ragione lui immancabilmente.

***************************
Epitteto Eubulide:
L'opinionista letterario onesto e avveduto è un pò come il critico gastronomico.
Che assaggia il piatto e si esprime di conseguenza obiettivamente.
L'Autore di solito non è un buon giudice di se stesso.
Per questo si sottopone al giudizio dei lettori.
Pensate che a distanza di anni ancora ricordo una poesia di Damiano sul computer, breve, condensata, ispirata.
Non più ritrovata, neppure dall'Autore!
Sì, Damiano sa essere talora un autentico outsider in materia, imponendosi con prepotenza narrativa.
Momenti magici, dice lui: già ma non da tutti.
by Orbilio il manesco
PENSIERO ALLEGRO DELLA DOMENICA.

Così dice Epitteto.
Tutto si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, sbandierava già il buon Eraclito.
Forse non ci badate, ma in ogni momento anche tutti voi da sempre state respirando a pieni polmoni i nostri antichi tramite la polvere in aria e in terra, e mangiandoli tramite acqua, vegetali ed animali.
Animo quindi che siamo tutti nella stessa barca, divorandoci reciprocamente senza saperlo.
Buona domenica a tutti..
Orbilio il manesco

sabato 22 aprile 2017

PENSIERO DEL MATTINO.

L'altro giorno al parco, durante la passeggiata quotidiana di Epitteto, siamo stati avvicinati da un ultraottuagenario che tutto soddisfatto ci ha confidato di aver iniziato a scrivere poesie ove riversava pensieri, azioni ed opere.
Epitteto allora ebbe a consigliargli di non farle leggere ad alcuno, di tenerle gelosamente chiuse nel cassetto e che una volta giunta la sua ora terminale i familiari le avrebbero gettate provvidenzialmente nel cassone della spazzatura.
Tramandando così intatto il ricordo della sua vita.
Va da sè che da allora l'anziano ci sta evitando accuratamente.
Epitteto sconsolato sta meditando sull'ingratitudine umana a tanto consiglio elargito grtuitamente...
Orbilio il manesco.

venerdì 21 aprile 2017

La casta dell’uovo
di Loretta Zoppi
Nel pollaio stamattina
è arrivata una gallina:
ha la cresta piccolina
fatta a forma di stellina
ed un passo da damina.
“ Coccodè sono Ovarina”
canta con la sua vocina
“ faccio l’uovo ogni mattina
per Arturo e Caterina.”
“ Coccochè?!” Fa Gelosina
tutta bianca e un po’ tondina
che si crede la regina
e impettita si avvicina .

“Cocco Cocco Cocco Dè
tu fai l’uovo dopo me!”.
( una poesia al giorno)
********************************
Splendida filastrocca melodica di sapore domestico, rapida e cadenzata, mnemonica, con assonanze e allitterazioni di gusto omofonico.
Se ben orchestrata poeticamente, come in questo caso, riesce a raggiungere punte di vero lirismo narrativo.
Loretta non è nuova alla tenzone, anche se, dice il maestro Epitteto, si spende troppo frequentemente.
Perchè, a suo dire, tanto e bene non stanno insieme.
E' chiaro che nella nostra Poetessa urge il canto della Musa, che però di tanto in tanto va tenuta a freno.
Comunque su tutto domina la chiarezza del linguaggio e del messaggio, ottima cosa in tempi di ermetismo e astrusità poetiche.
Con tutto l'evviva di Epitteto.
Orbilius plagosus
P.S.: Le due galline di Epitteto sono state regalate e pascolano ora in altre plaghe.
Gli era ormai impossibile accudirle personalmente.

mercoledì 19 aprile 2017



Ninna nanna                                                                                      
di Anna S.


Sfiorando il tuo viso
mi addormento,
e sogno sogni in cui ci sei,
piccola come ti vedo,
forte, come sarai.

Il dono più bello,
sostanza d’amore,
parte di me.

Mi chiamerai
e io ci sarò,
per te graffierò il marmo
dell’indifferenza,
e porterò al cielo lacrime
di dolori antichi.

Con la rabbia di chi sa
la disperazione
porterò le mani avanti
a respingere
fantasmi odiosi
serpenti striscianti
pensieri oscuri.

Sarò lì con te
a non permettere,
a non lasciare,
a sbranare, io, lupa,
ogni male.

Lo farò, sì
ma tu ora dormi,
e il tuo respiro
è il mio.
***********************************
Commento di Epitteto:
Che altro dovrebbe/potrebbe dire di più e di diverso una madre della sua creatura, sangue del suo sangue?
Grazie al cielo la natura non facit saltus e individua da sempre nella genitrice il primo valido baluardo a difesa della prole.
Parole sgorgate dal cuore queste, in impeto d'amore: semplici, intense, commoventi, quasi ferine.
Poi purtroppo la vita si incaricherà di aggiustare il tiro, lanciando i figli come frecce nel mondo, ognuno per la loro strada.
Ma l'amore materno non si assopirà mai.
E' questo il legame che attraverserà di generazione in generazione, attenuando la violenza della vita.
Certo, forse sarebbe meglio non mettere al mondo figli, perchè con la nascita ne decretiamo anche la morte.
E questo è un atto di grande egoismo, che la natura cela a motivo di propagazione della specie.
Le parole dell'Autrice non sono invero nuove; ma si sa, in letteratura tutto è già stato detto da millenni e dobbiamo accontentarci allora di quello che passa il convento.
Il plagosus Orbilius.