19 luglio alle ore 03:09
IL VENTO HA FRANTUMATO ALI
E cosa vuoi che faccia adesso, dimmi,
ora che il vento ha frantumato ali
e l'orizzonte ha il colore del piombo?
No, no! Non legherò nuove risacche
tra scogli aguzzi,
ma strade accoglierò, strade di luna
gonfie di vento nuovo,
un vento azzurro d'oltremare
che suona canne e abeti e il gelsomino
strappa e solfeggia
e il suo profumo spande.
Ormai la morta terra trascolora,
fugge al mio sguardo in vortice inconsueto,
un gorgo la inabissa!
Libero.
Ora potrò vedere
luci d'alba
ed ascoltare il canto dei delfini.
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Commento di Epitteto:
Ormai me ne sono fatta una ragione: i terragni amano le loro lande sconfinate, i montanari le loro vette, gli isolani il loro mare.
E ne decantano virtù e bellezze.
Al di là di una insistita metafora, il testo in lettura parrebbe alludere ad una riconquistata libertà d'azione e di pensiero.
Ma sarà poi sincero e volontario questo anelito liberatorio, e non anche imposto dal passare del tempo che tutto logora e scolora?
Non è dato di sapere, come incerta resta questa interpretazione quando il poeta non intende scoprirsi e si chiude a meditare sul succedersi degli eventi.
Comunque il piglio arioso dei versi depone per un pensiero intenso ed allusivo, dal tono alquanto sofferto.
Ottima/mente, Siddharta.
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