Religioso a mio modo
di Epitteto Eubulide
Quando la mia adorata terribile Santippe mi fa proprio girare le
scatole prendendomi per i capelli ( fatto invero saltuario ), prorompo
in violenti bestemmioni di cui poi io stesso mi vergogno.
Da strizzacervelli, mi son sempre domandato il perchè, visto che sono del tutto agnostico.
Sarei arrivato alla conclusione che le mie non sono imprecazioni contro
dio, ma semplici grida di soccorso a che lui o chi per esso mi venga in
aiuto.
Psicologicamente un modo di
dire basta, il che nel mio caso in genere funziona: la consorte cessa
dall'imperversare e il matrimonio prosegue a navigare in acque
tranquille.
Barhabba
domenica 22 luglio 2018
sabato 21 luglio 2018
Parafrasando il Petrarca
di Epitteto
< Povera e nuda vai, Poesia, per le vie del mondo,
dice la turba al vil guadagno intenta.
Pochi compagni avrai per questa via...>.
Mala tempora currunt per i cultori della nostra Musa.
Alessandro, figlio di Quasimodo, caduto in ristrettezze economiche ha dovuto mettere all'asta persino la medaglia e l'attestato del premio Nobel del padre.
Purtroppo di poesia non si vive ( carmina non dant panem, già per gli antichi... ).
Triste/mente, Sandokan.
di Epitteto
< Povera e nuda vai, Poesia, per le vie del mondo,
dice la turba al vil guadagno intenta.
Pochi compagni avrai per questa via...>.
Mala tempora currunt per i cultori della nostra Musa.
Alessandro, figlio di Quasimodo, caduto in ristrettezze economiche ha dovuto mettere all'asta persino la medaglia e l'attestato del premio Nobel del padre.
Purtroppo di poesia non si vive ( carmina non dant panem, già per gli antichi... ).
Triste/mente, Sandokan.
IL BRUCO E LA FARFALLA
"Voglio morire" disse il bruco.
"Sei già morto!" rispose la farfalla ridendo.
Poverina!
Non sapeva che sarebbe morta pure lei
prima
di
mattina.
"Voglio morire" disse il bruco.
"Sei già morto!" rispose la farfalla ridendo.
Poverina!
Non sapeva che sarebbe morta pure lei
prima
di
mattina.
Giovanna Fileccia
***********************************
Commento di Epitteto:
Il tetrafarmaco di Epicuro recita: < Quando ci son io, non c'è la morte.
Quando c'è la morte, non ci son io.
Quindi la morte è una questione che non mi riguarda >.
Il pover'uomo però omise di pronunciarsi sul fatto del < morire >.
Cosa gravissima filosoficamente, perchè appena nasciamo si comincia già a morire.
E il morire è una lunga sofferenza che ci accompagna tutta la vita.
Io un rimedio drastico ed efficace ce l'avrei.
Smettere di generare per fregare la Natura cieca e bara, estinguendo per sempre l'umanità intera.
Perchè nascere per morire non ha senso, tanto più che tra 5 miliardi di anni la Terra vaporizzerà con l'implosione del suo Sole.
E quindi in futuro il passato ed il presente non avranno avuto più ragion d'essere.
Meditate genti, meditate.
Disperata/mente, Sandokan.
***********************************
Commento di Epitteto:
Il tetrafarmaco di Epicuro recita: < Quando ci son io, non c'è la morte.
Quando c'è la morte, non ci son io.
Quindi la morte è una questione che non mi riguarda >.
Il pover'uomo però omise di pronunciarsi sul fatto del < morire >.
Cosa gravissima filosoficamente, perchè appena nasciamo si comincia già a morire.
E il morire è una lunga sofferenza che ci accompagna tutta la vita.
Io un rimedio drastico ed efficace ce l'avrei.
Smettere di generare per fregare la Natura cieca e bara, estinguendo per sempre l'umanità intera.
Perchè nascere per morire non ha senso, tanto più che tra 5 miliardi di anni la Terra vaporizzerà con l'implosione del suo Sole.
E quindi in futuro il passato ed il presente non avranno avuto più ragion d'essere.
Meditate genti, meditate.
Disperata/mente, Sandokan.
ERO UOMO E MO’ SON DONNA
***di Pietro ZURLO***
Non capisco quella gente
che mi guarda e ride appresso,
non lo sa che col progresso
si ha il diritto di cambiar?
***
Ero un uomo? E mo’ son donna,
lo si vede dalle forme,
dalle curve che mi adorno:
son di donna si o no!?
***di Pietro ZURLO***
Non capisco quella gente
che mi guarda e ride appresso,
non lo sa che col progresso
si ha il diritto di cambiar?
***
Ero un uomo? E mo’ son donna,
lo si vede dalle forme,
dalle curve che mi adorno:
son di donna si o no!?
E perché mi coffiate*
quando passo per le strade,
che volete, che cercate,
sono vere queste qua!
State fermi, e non toccate!
Non son mica lo zimbello
di voialtri giovincelli;
tutti pronti a palpeggiar.
Cerco l’anima gemella
che mi sappia corteggiare
e la legge lo consente…
ci possiamo anche sposar.
***
*Coffiate=Burlare, canzonare.
*******************************
Commento di Epitteto:
Don Pietro quando è in vena diventa un menestrello coi fiocchi.
Una ballata questa dal sapore lepido, ispirata ai tempi correnti.
Il cambio di genere tende sempre a stupire, benchè correttivo di una natura che s'è divertita a sbagliare.
Ho sempre sofferto per il dramma interiore di questi poveretti dal genere ambiguo.
Cosa ben nota fin dai tempi antichi, come evidenziato anche dalla mitologia greca nel veggente Tiresia, che prima di essere accecato dalla dea furibonda aveva sperimentato entrambi i generi.
E così similmente in ogni altra cultura.
Ambientalmente la questione è stata diffusa da noi anche dalla figura del femminiello napoletano, personaggio che non si sente nè uomo nè donna, ma entrambi in modo quasi dualistico.
Allegra/mente, Sandokan.
quando passo per le strade,
che volete, che cercate,
sono vere queste qua!
State fermi, e non toccate!
Non son mica lo zimbello
di voialtri giovincelli;
tutti pronti a palpeggiar.
Cerco l’anima gemella
che mi sappia corteggiare
e la legge lo consente…
ci possiamo anche sposar.
***
*Coffiate=Burlare, canzonare.
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Commento di Epitteto:
Don Pietro quando è in vena diventa un menestrello coi fiocchi.
Una ballata questa dal sapore lepido, ispirata ai tempi correnti.
Il cambio di genere tende sempre a stupire, benchè correttivo di una natura che s'è divertita a sbagliare.
Ho sempre sofferto per il dramma interiore di questi poveretti dal genere ambiguo.
Cosa ben nota fin dai tempi antichi, come evidenziato anche dalla mitologia greca nel veggente Tiresia, che prima di essere accecato dalla dea furibonda aveva sperimentato entrambi i generi.
E così similmente in ogni altra cultura.
Ambientalmente la questione è stata diffusa da noi anche dalla figura del femminiello napoletano, personaggio che non si sente nè uomo nè donna, ma entrambi in modo quasi dualistico.
Allegra/mente, Sandokan.
Antonino Magrì
19 luglio alle ore 03:09
IL VENTO HA FRANTUMATO ALI
E cosa vuoi che faccia adesso, dimmi,
ora che il vento ha frantumato ali
e l'orizzonte ha il colore del piombo?
No, no! Non legherò nuove risacche
tra scogli aguzzi,
ma strade accoglierò, strade di luna
gonfie di vento nuovo,
un vento azzurro d'oltremare
che suona canne e abeti e il gelsomino
strappa e solfeggia
e il suo profumo spande.
Ormai la morta terra trascolora,
fugge al mio sguardo in vortice inconsueto,
un gorgo la inabissa!
Libero.
Ora potrò vedere
luci d'alba
ed ascoltare il canto dei delfini.
***********************
Commento di Epitteto:
Ormai me ne sono fatta una ragione: i terragni amano le loro lande sconfinate, i montanari le loro vette, gli isolani il loro mare.
E ne decantano virtù e bellezze.
Al di là di una insistita metafora, il testo in lettura parrebbe alludere ad una riconquistata libertà d'azione e di pensiero.
Ma sarà poi sincero e volontario questo anelito liberatorio, e non anche imposto dal passare del tempo che tutto logora e scolora?
Non è dato di sapere, come incerta resta questa interpretazione quando il poeta non intende scoprirsi e si chiude a meditare sul succedersi degli eventi.
Comunque il piglio arioso dei versi depone per un pensiero intenso ed allusivo, dal tono alquanto sofferto.
Ottima/mente, Siddharta.
19 luglio alle ore 03:09
IL VENTO HA FRANTUMATO ALI
E cosa vuoi che faccia adesso, dimmi,
ora che il vento ha frantumato ali
e l'orizzonte ha il colore del piombo?
No, no! Non legherò nuove risacche
tra scogli aguzzi,
ma strade accoglierò, strade di luna
gonfie di vento nuovo,
un vento azzurro d'oltremare
che suona canne e abeti e il gelsomino
strappa e solfeggia
e il suo profumo spande.
Ormai la morta terra trascolora,
fugge al mio sguardo in vortice inconsueto,
un gorgo la inabissa!
Libero.
Ora potrò vedere
luci d'alba
ed ascoltare il canto dei delfini.
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Commento di Epitteto:
Ormai me ne sono fatta una ragione: i terragni amano le loro lande sconfinate, i montanari le loro vette, gli isolani il loro mare.
E ne decantano virtù e bellezze.
Al di là di una insistita metafora, il testo in lettura parrebbe alludere ad una riconquistata libertà d'azione e di pensiero.
Ma sarà poi sincero e volontario questo anelito liberatorio, e non anche imposto dal passare del tempo che tutto logora e scolora?
Non è dato di sapere, come incerta resta questa interpretazione quando il poeta non intende scoprirsi e si chiude a meditare sul succedersi degli eventi.
Comunque il piglio arioso dei versi depone per un pensiero intenso ed allusivo, dal tono alquanto sofferto.
Ottima/mente, Siddharta.
domenica 15 luglio 2018
Poeti e critica
di Epitteto
Tutti i Poeti web, chi più chi meno, pubblicano con l'inconfessata ansia di esser letti ed incassare commenti positivi, meglio ancora se entusiastici.
Non sopportano le stroncature, ritenute al solito gratuite e intollerabili.
Eppure la critica < pesante > è un genere classico.
Già Catullo nel carme XXXVI° ebbe a prendersela con gli Annali di Volusio, a suo dire pieni di grossolanità e di sciocchezze, definiti < carta immerdata > ( cacata carta ).
Pasolini ai tempi nostri, si espresse su Quasimodo con un epigramma: < Prima del Nobel, c'era su di te silenzio sepolcrale/oggi di te un pò si parla, ma solo per dirne male >.
Capito, cari Amici?
Forse per tanti sarebbe il caso di smettere di pubblicare, se solo si avessero buone orecchie per intendere...
di Epitteto
Tutti i Poeti web, chi più chi meno, pubblicano con l'inconfessata ansia di esser letti ed incassare commenti positivi, meglio ancora se entusiastici.
Non sopportano le stroncature, ritenute al solito gratuite e intollerabili.
Eppure la critica < pesante > è un genere classico.
Già Catullo nel carme XXXVI° ebbe a prendersela con gli Annali di Volusio, a suo dire pieni di grossolanità e di sciocchezze, definiti < carta immerdata > ( cacata carta ).
Pasolini ai tempi nostri, si espresse su Quasimodo con un epigramma: < Prima del Nobel, c'era su di te silenzio sepolcrale/oggi di te un pò si parla, ma solo per dirne male >.
Capito, cari Amici?
Forse per tanti sarebbe il caso di smettere di pubblicare, se solo si avessero buone orecchie per intendere...
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